Leggilo in 3 minuti
Chi è causa del suo mal pianga se stesso
Gli allagamenti disastrosi che ieri hanno colpito alcune località della riviera romagnola come Cesenatico, Gatteo Mare, Bellaria ma in maniera ancor più grave città come Bologna, Ravenna, Modena e che negli ultimi anni hanno causato distruzioni, sono figli di problematiche che da tempo fatichiamo a risolvere. Mi limito qui ad enunciare forse la più importante e spigolosa perché tocca questioni economiche: lo sviluppo miope del nostro territorio attraverso un urbanizzazione demenziale che tiene conto soprattutto del profitto che ne deriva. Il Report Ispra 2023 inerente al consumo di suolo, continua a fornirci in maniera cristallina dati che ci spiegano chiaramente che la tendenza politico amministrativa riguardo l’impermeabilizzazione del terreno attraverso l’edificazione selvaggia, continua inarrestabile a minare la sicurezza di un territori che per sua natura, è da sempre a rischio idrogeologico. Il ravennate era una palude ma la storia per molti è passato però “di verdura”.
Con i cambiamenti climatici in atto, l’effetto disastroso di questi fenomeni che riversano in poche ore quantitativi d’acqua impensabili, è stato ulteriormente amplificato. Senza enunciare i dati che a molte menti semplici risulterebbero incomprensibili, quelle menti cioè che imputano gli allagamenti all’inefficienza fognaria, ripropongo qui le schede che fotografano in maniera più comprensibile, quello che di fatto è un disastro politico che persevera nell’inesorabile consumo di suolo in nome del lavoro, del progresso, dello sviluppo. Basterebbe ricordare che noi “spiriti eletti” tombiniamo i corsi dei fiumi che attraversano le città, costruiamo ancora ai lati dei fiumi o in aree esondatili, progettiamo edifici a 100 mt dal mare con garage sotterranei per non dover ridurre le cubature edilizie e quindi per cementificare di più e speculare di più. Demoliamo vecchi soggiorni marini (auspicabile) che hanno ampi spazi verdi attorno e ricostruiamo edifici 5 o 6 volte più grandi che occupano però tutto il suolo precedentemente permeabile. Costruiamo alberghi sul (dentro) il mare.
Alla voce “vasche di laminazione” nel nostro vocabolario politico c’è la foto di una melanzana gratinata. I tre milioni di edifici sfitti in Italia e gli altrettanti edifici pericolanti da ristrutturare non hanno ancora imposto alla politica di attuare una riduzione del consumo del suolo a zero. Il problema politico urbanistico lo so, è dal punto di vista legislativo soprattutto di rilevanza nazionale, è lì che si devono cambiare le regole, ma un sindaco che candidandosi promettesse di non aumentare di un solo centimetro cubo il cemento del suo territorio, ed un solo centimetro quadrato l’asfalto nel suo Comune chi lo voterebbe? Chi è causa del suo mal….«credo ch’un spirto del mio sangue pianga la colpa che là giù cotanto costa», (Dante Alighieri XXIX canto dell’Inferno).
Giorgio Venturi