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Zattini sindaco galantuomo dell’alluvione
Ho seguito con molta attenzione e partecipazione la conferenza stampa, convocata ieri 20 maggio dal sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, per un aggiornamento sulle operazioni di soccorso e ripristino della città dopo l’immane disastro della maligna alluvione. Ho visto un uomo stanco, provato, con l’espressione di chi, vuoi per la sua carica istituzionale vuoi per la propria sensibilità di uomo e cittadino, sente e vive profondamente la responsabilità di dover provvedere a salvare, difendere, far ripartire la sua Forlì, terribilmente in ginocchio e, spesso, pure comprensibilmente disperata. In simile frangente non è facile fare il sindaco, ancora di più bisogna concretamente dimostrare di essere il sindaco di tutti, quindi presente e con una parola ovunque, in ogni rione, quartiere alluvionato.
Tanti mi hanno riferito e riferiscono di questo costante esserci sempre del nostro Gian Luca, chiamiamolo affettuosamente così a riconoscimento del suo impegno incessante: stamani, un caro amico, duramente colpito dalla calamità, si è intrattenuto con lui, ancora presente in via Firenze a vedere come procedesse il lavoro contro il fango e per la ripresa della comunità di quella zona. Mai, al pari di altri sindaci di città e paesi romagnoli in questa tragedia, Gian Luca Zattini avrebbe immaginato di divenire, passare alla storia del Comune di Forlì come il “sindaco dell’alluvione” e tutto questo per la sorte di tante contrarietà, anche di responsabilità umana, che hanno remato contro lo svolgimento ordinario dell’attuale sindacatura.
“Sindaco dell’alluvione”, un ruolo pesante, inatteso tra capo e collo, come si usa dire; un impegno che richiede tempestività di decisioni, spesso nell’angosciante domanda o dubbio “speriamo di far bene”! “Sindaco dell’alluvione” come l’indimenticabile Piero Bargellini, sindaco di Firenze durante la rotta dell’Arno, tuttora nella memoria e nel cuore dei cittadini gigliati; tra i nostri Gian Luca e Piero corre una comune virtù, quella di essere due politici galantuomini. Galantuomo è l’uomo, ancora di più il buon amministratore che abbina onestà, lealtà e onora la parola data ai cittadini: Gian Luca è tale, lo ha ampiamente dimostrato pure in questa penosa circostanza, per questo merita rispetto e comprensione.
È stato sempre immediato nei provvedimenti urgenti del momento; è stato coerente e imparziale nella visione generale dei soccorsi, a tutti e ovunque; è risultato attendibile e veritiero. Cosa mai di più poteva pretendersi da Gian Luca Zattini? No, non potevamo essere in mani migliori!
Non ho mai praticato e non pratico la piaggeria, tipo “bacio della pantofola”, quindi riconosco solo oggettivamente la condotta lodevole del sindaco Zattini. L’ho votato, considerandolo politicamente degno di stima, ma è altrettanto vero, la conferma in diversi miei articoli su questa testata, che non ho taciuto la critica a suoi provvedimenti, motivo di un mio dissenso. Dunque, forse discutibile, ma sempre aperto, leale il mio dissenso, mai proditorio, infido, come, invece, risultano in questi giorni dolorosi le parole di taluni sciacalli della politica locale, interessati già ad utilizzare l’alluvione, come esordio per la contesa elettorale della primavera 2024 per il nuovo sindaco di Forlì.
Gian Luca esercita e porta a ragione la sua visibilità istituzionale, ovunque occorra e possa giovare: cosa ben diversa dal protagonismo di foto e selfie di numerosi politici forlivesi, maggioranza e minoranza, dal partito alla listarella microbica opportunista: quanti gli spalatori politici del fango con la testimonianza fotografica sul campo per poter ricordare presto all’elettorato “Io c’ero!”
Diverso necessariamente lo stile del sindaco Zattini che, fra l’altro, dichiara ben accette e accoglie le critiche, soprattutto se propositive e non solo demolitive, infine si appella all’unità concorde di tutti nel fronteggiare un momento di grande difficoltà, “la peggiore alluvione nella storia d’Italia”, così nelle sue accorate parole. Crediamo alla parola d’onore del sindaco galantuomo Gian Luca Zattini.
Franco D’Emilio