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“Corpo nudo e trasfigurazioni di Anna La Paglia”
Leonardo da Vinci, Raffaello, Michelangelo: il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese parte dai migliori della storia dell’arte e sentenzia che l’anatomia artistica della pittrice Anna La Paglia risponde al canone di bellezza ideale policleteo, con mappe concettuali spese alla pittura, in quanto questa non si esprime del tutto tondo come la scultura.
«L’arte si è dedicata in tutti i tempi alla rappresentazione della figura umana. Ma lo ha fatto con spirito e modi diversi – spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese – a seconda delle concezioni più o meno astratte e più o meno naturalistiche da cui era guidata. Nel primo caso essa si è limitata a fissarne in modo generico le caratteristiche somatiche; nel secondo ha cercato, invece, di ricostruirla nel marmo o sulla superficie del dipinto con proprietà e verità oggettive. Per ottenere questo la pittrice e scultrice Anna La Paglia ha fatto ricorso alla ricerca, allo studio anatomico del corpo, andando oltre la sua formazione accademica, con l’intento di cogliere anzitutto le proporzioni reciproche fra le varie parti, quindi i nessi della sua struttura scheletrica e muscolare, infine il meccanismo dinamico del gesto e del moto».
«Lo studio anatomico del corpo umano ai fini dell’arte – continua Paolo Battaglia La Terra Borgese – si sviluppò, come esigenza pratica e formativa, nei due periodi in cui più trionfarono le concezioni umanistiche e il particolare naturalismo mentale ad esso inerente: la classicità greco-romana e il Rinascimento, e coincise con orientamenti stilistici verso forme plastiche e dinamiche rese più a mezzo del disegno che del colore. Non solo la scultura ma anche la pittura di quelle età ebbero a fondamento primo di ogni pratica la conoscenza del corpo umano, di cui si tentò, anzi, da vari artisti di fissare in canoni le ideali proporzioni. Famoso nell’antichità fu il canone di Policleto. Connesso con tale studio anatomico è il culto di Anna La Paglia per il nudo».
«Nel Cinquecento prese sviluppo il disegno anatomico, con Leonardo, Raffaello, Michelangelo – precisa il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese – e con questo anche i colori di quegli artisti, da cui Anna La Paglia trae oggi una pittura che tende ad abolire la storia per raggiungere l’incanto di un’ora senza tempo, senza designazioni, dove sono possibili gli incontri più impensati. La figura di schiena e la carnalità perdono il loro usuale significato storico classico per attingere quello che questi stessi, così rappresentati nel nudo, e l’aria intima in cui vivono, determinano: il senso elegante e edificante di un sogno erotico libero di essere reale -conclude Paolo Battaglia La Terra Borgese -. L’obiettivo di Anna La Paglia è il remix, far diventare il Cinquecento interpretazione contestualizzata».