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La giornata internazionale del pane
Il 16 ottobre si celebra la giornata internazionale del pane, alimento principe della tradizione gastronomica italiana. Paolo Liverani coordinatore del comparto alimentazione di Confartigianato di Forlì spiega «anche quest’anno, assieme alle altre province romagnole sotto la sigla “Assapora la Romagna”, l’associazione mira alla sensibilizzazione dei clienti dei forni associati, attraverso una campagna che prevede la distribuzione di sacchetti personalizzati e cartellonistica in cui sono chiaramente evidenziati i benefici di questo alimento semplice, ma ricco di preziose qualità organolettiche».
Continua Liverani “buono come il pane non è un modo di dire, ma sintetizza l’effettiva qualità dell’elemento simbolo della sana alimentazione. Di notevole impatto il messaggio di quest’anno, che ribadisce la versatilità del pane. Il pane artigianale può essere riutilizzato anche quando diventa secco, perdendo croccantezza ma non bontà: bruschette, crostini, canederli e pangrattato per la panatura sono i modi per non sprecare questo prezioso cibo, dando vita a gustose ricette”.
I più recenti dati elaborati dall’ufficio studi regionale di Confartigianato registrano che, al 30 giugno di quest’anno, le imprese attive del territorio emiliano-romagnolo impegnate a realizzare prodotti da forno e farinacei, ovvero dediti alla produzione di pane, pasticceria e pasta, sono 2.298. Di queste l’84%, pari a 1.931 unità, sono artigiane. L’indagine attesta il calo dei forni: rispetto al periodo pre Covid-19 si contano 173 imprese artigiane in meno, pari a una riduzione dell’8,2%, più accentuato rispetto al -5,9% del totale imprese del settore.
Commentando ancora i dati, aggiunge Liverani “a livello provinciale nei 5 anni si rilevano riduzioni in tutte le province, eccetto quella di Rimini, in controtendenza con l’aumento di 2 unità. Da rilevare anche che, nell’ultimo anno si sono perse 55 imprese artigiane, una contrazione del 2,8%, con cali più accentuati a Forlì-Cesena in cui sono mancati 13 forni artigianali, a Ferrara 12 e Ravenna 11, dato doppiamente allarmante considerata la storica tradizione dell’arte bianca in queste zone”.
Eppure, nonostante le chiusure, il settore è ancora attivo e con buone opportunità occupazionali. Conclude Liverani “a livello regionale, lo scorso anno, delle 1.400 entrate previste dalle imprese per le professioni di panettieri e pastai artigianali, 820 unità, pari al 58,6%, è risultato di difficile reperimento (quota superiore rispetto alla media nazionale del 54,9%), confermando il trend dei mestieri dell’artigianato, in cerca di nuovi talenti sempre più complicati da trovare”.