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Memorie romagnole

Il calanco della Manuccia

Di Mario Proli Leggilo in 1 minuto
Aggiornato: 6 settembre 2021
Il calanco della Manuccia

Dalla Manuccia, di Fiumana, ogni stagione offre un quadro unico, stupendo, del calanco che scende da Ravaldino in Monte verso il Rabbi. Oltre ai giochi di linee – tra verticale, obliquo e orizzontale – che sembrano assecondare una armonia misteriosa, la bellezza sta nel cambiamento stagionale: verde, anzi tanti differenti verdi in primavera con ciocchi di ginestre; il giallo/bruno d’estate riacquista il verde con le prime piogge del cambio di stagione e abbraccia il rosso. Grigio, dalla creta al ceruleo, d’inverno. Con la neve un unico mantello. Sembra che la natura e i contadini siano d’accordo a far si che il Calanco della Manuccia apra con l’eleganza del tono su tono l’accesso alla vallata, senza effetti speciali. È una bellezza semplice, lieve, pura, sotto il cielo che, regolando la luce, rende tutto ogni giorno diverso.

Mario Proli

L'autore

Mario Proli
Mario Proli

Laureato in Storia Contemporanea, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Bologna. È responsabile dell’Unità Stampa e Eventi Istituzionali del Comune di Forlì e dell'Ufficio Stampa del Comune di Forlì. Scrittore, storico e autore di diverse pubblicazioni. È presidente dell'Associazione Stampa di Forlì-Cesena.

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