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Acri: «Le disposizioni improvvide delle Poste Italiane»

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Ultimo aggiornamento:

«In un momento nel quale il governo e le regioni stanno decidendo per una maggiore riduzione delle libertà personali, in ossequio al bene superiore della salute e la riduzione imprescindibile del contagio da covid-19, le Poste Italiane, in incredibile controtendenza emanano una disposizione ai propri dipendenti che costringe gli utenti ad uscire di casa.
La disposizione di cui parlo che avversa a mio avviso qualunque buon senso, mi è stata confermata da un dirigente locale, indica al personale (postini) che consegnano le missive raccomandate o atti giudiziari a domicilio, di non farle sottoscrivere all’utente presso l’abitazione, ma lasciare solo l’avviso nella buchetta postale.

Quanto sopra inducendo il personale, non solo a dichiarare il falso, poichè nella stragrande maggioranza dei casi gli utenti sono disciplinatamente a casa, mentre sull’avviso è riportato che l’utente non è stato trovato presso la propria abitazione, ma costringe i cittadini, soprattutto anziani ad uscire di casa, creando pericolosi assembramenti nei pressi degli uffici postali, laddove tutti si stanno impegnando ad evitare perfino quelli imprescindibili fuori dai supermercati. Il tutto naturalmente si integra e si aggrava con la riduzione delle giornate ed orari di apertura degli uffici.

Quando poi come nel caso accaduto al sottoscritto e dispero che sia un caso isolato, le indicazioni sull’avviso recapitato sono inesatte, ti capita di fare un’ora di fila con altre 20 persone fuori da un ufficio postale, per sentirti rispondere che l’avviso riporta l’indicazione errata dell’ufficio postale dove ritirare la missiva e quindi dovrai un’altra ora di file con un altro gruppo di persone fuori da un altro ufficio postale, sperando che sia la volta buona, in barba a tutte le disposizioni limitanti emanate a tutti i livelli!

Ritengo incredibile nell’era del 4.0 ed in un momento fondamentale per la nostra civiltà, che un ente pubblico possa cogitare una simile discrasia, laddove unitamente agli tutti gli uffici dovrebbero invece promuovere, magari inserendole nel decreto “Cura Italia”, la diffusione gratuita delle PEC, agevolando i cittadini all’utilizzo di questo mezzo per limitare la circolazione delle persone, invece di demandare agli utenti l’obbligo di ottemperare ai termini di prescrizione, nella maggioranza dei casi i nostri anziani, che dovremmo invece fare di tutto per proteggere».

Raffaele Acri di Forza Italia Forlì