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Benso Pubblica Ristorazione

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Ultimo aggiornamento:

Ristorante “Benso Pubblica Ristorazione
Indirizzo: piazza Cavour 7 a Forlì
Recapiti tel. 3461167238
Giorno di chiusura: domenica
Orario di esercizio: pranzo/cena
Chiusura per ferie: agosto
Si può prenotare? Si, impellente.
Il locale è climatizzato e in estate ha un grande dehor sull’antistante giardino.
Come arrivare/itinerario consigliato: portarsi in centro storico di Forlì, piazza Cavour, ex piazza delle Erbe.
Consigli sul Parcheggio: circonda il locale, a pagamento tranne bonus pomeridiani (ma è sempre meglio verificare la segnaletica).

Benso nasce nel dicembre 2017, quindi è ancora giovane sebbene rampante. È la creazione di un gruppo di giovani imprenditori che definisco capaci e qualificati: Jacopo, Maicol, Simone; costoro hanno proprietà o co-partecipazione con altri locali di spicco: Don Abbondio a Forlì (da recensire); BigBar a Forlì (da recensire); Locanda Appennino a Predappio (recensita) e l’ultima nata, La Casetta a Fiumana di Predappio (da recensire). Novità aziendali riguardano Zoli che sarebbe uscito e l’arrivo di una pietra miliare della ristorazione romagnola: Roberto Zondini.

La struttura Benso riprende una vecchia affermata location forlivese, Giardini Orselli riferimento e punto di ritrovo su brevi pasti e sull’aperitivo, di cui era leader, di tutta Forlì. La metamorfosi dal bar al locale è stata lunga e costosa, uno sbancamento importante della vecchia struttura con la edificazione della nuova, bellissima, vetrosa, geometrica, moderna, una serra di vetro a “tutta vista” dalla cucina alla Sala: da fuori tutti guarderanno e se vorrai essere in prima fila attaccato alla vetrata, potrai farlo: anche questa audacia è nel Dna Benso. Quindi location ardita moderna decisamente innovativa, cucina a vista in mostra perenne, per ricordare che, qui non ci sono segreti. A Forlì il primo Risto con cucina a vista fu Hotel della Città che recensimmo poco prima della triste chiusura; tu vedi tutto e lo chef altrettanto, lui amerà essere guardato mentre si adopererà per te, bella filosofia che pochi possono permettersi, tienine conto, goloso cliente.

Gli chef del Benso. L’apporto del grande Maestro stellato Pier Giorgio Parini ex Povero Diavolo (nella stupenda Torriana) è stata la genialità del management: la start-up o decollo del locale, avvenuto magicamente e con clamore mediatico, verte su Pier Giorgio come lo spaghetto AOP con rapa rossa, purea della stessa, con aglio e aglio nero in purea sovrastante, un piatto simil-povero ma importante, forse pochi lo capivano (non c’è più): Voto 10 e lode. Pier Giorgio continua a spot per una consulenza direttiva sui già bravissimi chef e su alcuni piatti. 15 dicembre ’19 ai fornelli si cimentano gli chef: Davide Grumbian e Matteo Milandri coadiuvati dalla bella Jama Tarroni; in sala l’eclettico Roberto Zondini (altro colpo da novanta del management) col bravo Matteo; Alex, il sommelier, bravissimo. C’è qualcun altro che mi sfugge, chiedo scusa a non citarlo.

Il desio assaggiato, i commenti, i piatti consigliati (vi rimando anche sul dettaglio menù a seguire). Sono felice d’aver attinto e sbirciato sulla cucina notando un’operosità alla francese, da Toques Blanches insomma c’è savoir-faire e classe, questo locale salirà in alto. La terza gita mangereccia che mi ha portato nel concludere la recensione vede un ‘tenzone’ lanciatomi dagli chef su un assaggio di Cappelletti e, udite, una povera rurale Salsiccia (la salsiccia in questo regno?): sfida accettata! Incomincio con il Cappelletto che sarà condito alla Burro e Salvia! Pochi giorni prima degustavo a Reggio Emilia dei Tortelli di Zucca al naturale B&S ed ora questi arditi ragazzi in cucina mi propongono un Cappelletto. Tradizionale la struttura, compenso formaggi, sfoglia ruvida e gialla, esecuzione da manuale (piccolissimi), ma è il sugo chiaro con estratto di salvia (classe!) condimento B&S e sai che in Romagna, il 90% condirebbe cappelletti col ragù: invece loro osano; risultato? Vero successo! Nel palato: Sapore basico delicato tenue fresco azzardo sentore primaverile; fragrante, buonissimo, condito d’ufficio dalla cucina (approvo con riserve) con buon parmigiano: il piatto arriva in una ciotola di terracotta, con una mèlange sottostante umida talmente buona che, di nascosto, ho fatto la “scarpetta” con la focaccia appena sfornata! Il compenso è segreto di soli formaggi e senza ricotta! Geniale saltare con burro ed acqua di cottura più sovrastanti foglioline miste di Salvia: fresca ed al forno, ecco l’idea dello Chef, genio in cucina, la fogliolina te la do ma anche “croccante” così la sgranocchi ed il suo tenue rumore significa un altro sapore nella tua mente tramite la bocca, ed è strategico sul piatto! Assegno il massimo dei voti, più nota: 10 e lode!

La gara prosegue: arriva la “Salsiccia Green” di loro produzione, budello naturale, impasto 2/3 verdure di stagione fresche (peperoni zucca carote) ed 1/3 maiale ben nutrito, foglioline di cavolo nero essiccato in forno (lo chef ama il suono croccante nel tuo palato) cotta su una brace di legna naturale proveniente dalla Norvegia: va detto che Roberto si è preoccupato di mostrarmi il sacco, (finezza). Al palato ottimo sapore mai sentito prima e considera che amo la salsiccia quella grassa come quella magra e di prosciutto: piatto leggero, buonissimo, un po’ pepato che sta a tonificare il palato, il cavolo nero croccante mi è parso idilliaco, una non-salsiccia sarei portato a scriverti caro lettore, voto alto: 9,75 (scala 1/10, con 6 piatto promosso, Ndr).

La gara sembrava terminata quand’ecco arrivare dalla cucina un’altra bomba golosa, mai vista in vita mia (troppa enfasi? No, credimi): si tratta di un dolce il cui nome sarà “Dolce di Baccalà”! La mia formazione sul Baccalà verte sui migliori chef vicentini ma non ricordo tale dolce (forse a Sandrigo?), sono stupito: assaggio e scopro diversi retrogusti, la base del pesce c’è ma il sapore è quasi neutro e poco dolce, poco salato ma il nobile pesce c’è tutto, un gioco di sapori nel tuo palato, è molto difficile interpretare il piatto, ti chiederei di osare, loro dalla cucina ti stimolano con piatti su gusti veramente unici. L’uomo dai gusti fissi (senza offesa) dovrà prepararsi ad una palestra degustativa innanzitutto mentale che sarà presente su molti piatti, chi è abituato al solito gna-gnam qua dovrà ricredersi. Ecco il voto assegnato al coraggioso Baccalà Dolce: voto 9,25 più nota di merito per la eccellenza.
Arriva il caffè e anche qui ho da scrivere: il locale vanta caffè di importanza come thè ed infusi. Col caffè una mini pasticceria degna di tale nome, ricordo i precedenti assaggini: cioccolato ripieno al caffè; gelèe di fruttino, torta alla nocciola, spumino di mela appena salato. Voto globale: 10 e lode. Assaggia i Thè ed gli infusi e mi dirai.

Altri assaggi effettuati. Panzanella tradizionale: fave pane aceto pomodoro, voto 8,5.
Zuppa Thai: porro lemon gras riso a vapore condito con Zorri Cress (piantina ornamentale, commestibile!) latte di cocco, fumetto di pesce, curry semi di asturzia, con riso selenio: sapore delicato con retrogusto piccante, buonissima: voto 10.
Tartare di Verdure al forno: un ensemble di verdurine cotte al forno (cipolla sedano rapa rossa sedano-rapa) tritate al coltello unite a fave di tonka zenzero ed aneto con crema di pasta di sesamo pane ammollato limone ed erbe: voto 8,5.
Pastrami di Ombrina: Ombrina cotta a vapore indi affumicata e speziata, accompagnata da estratto di prezzemolo, più cavolo cappuccio e rafano fermentato; voto 10.
Le sacre Tagliatelle con farine ed albumi e bicarbonato, condite con Rosole di verdure spontanee (tipo papavero la parte più fresca), tagliatelle un po’ piccole ma stupefacenti e ghiotte, retrogusto speziato, voto 9,75.
Il dolce “Neve Mele”: è un pre-dessert fatto con una confettura di mele, prezzemolo (!), e la nevicata è data da un sorbetto al sambuco sapientemente montato, voto 10 e lode.
Il dolce a seguire: Mascarpone capperi nocciole cipolle ed origano, una parata di sapori coraggiosi, bellissima al palato; voto 10 e lode.
Cito la Lombata di Pecora, disossata cotta alla brace, con puntarelle ed alghe marine per dare un po’ di salmastro, altra apoteosi, voto: 9,5. 
Tutti i menù variano mensilmente; alcuni riprendono richiami a manifestazioni locali del Museo San Domenico, ad esempio cita Mc Curry recentemente esposto.

Dimensione del locale: piccolo, intimo e caldo: una 40ina i coperti, il numero giusto!

Arredamento, tavola; servizi igienici: arredo ultramoderno minimalista, un po’ ‘fighetto’ ma con gusto; ambiente-in; tavoli alla francese, per la dimensione, senza tovaglia ma con salvietta, pulitissimo; posate poste in ogni cassetto sottostante ad uso di ogni commensale una finezza mai vista in vita mia (voto: 10 e lode + citazione ad honorem!). Bagno monosesso, anticipano i tempi anche qui, oltre che in cucina (!), razionale, a due settori, pulitissimo, mini-asciugamano in tessuto, vera classe da Stellanti!

Cucina a vista, una chicca che amo e che contraddistingue solo chi non ha segreti da nascondere. Menù molto coraggiosi, innovativi, arditi e di fonte nouvelle-cousine, un po’ alla francese come base ma anche tradizionali sebbene con differenza epocale come la salsiccia light, di loro produzione, a ¾ impasto verdure ed il resto ciccia di buon maiale! Ed altro.

Direzione/Chef: Direzione Generale Jacopo; Direttore di Sala (titolo che non ama) Maestro Roberto Zondini. Chef i due Maestri sono Davide Grumbian e Matteo Milandri. Bravissima  Jama Tarroni. Tutti proiettati in un team che cerca l’eccellenza.

Descrizione Menù.
– Primi piatti: evidenziamo Brodo di pesce profumato, passatelli ed olio (top!); Risotto mantecato con zucca menta pepe ed olio di zucca, delizia!
– Secondi piatti: evidenziamo Quaglia arrosto melograno e cime di rapa; Zuppa di castagne fagioli e tartufo nero; Salsiccia Green (leggi sul pezzo); Mazzancolle sedano rapa e mandarino; Seppia alla brace sedano rapa cavolo nero e inchiostro di seppia (top!);
– Contorni: non esistono le “insalatine”: di fatto ogni piatto è dotato di verdurine al seguito, un’altra nota di pregio, e di classe.
– Nel Cestino: altra chicca del locale pane (misto cereali e grani), grissini (tipo torinese) e focacce (integrali) fatte in loco, quotidianamente: nel tuo bel portapane (quello che chiamo “Cestino”) avrai di che da sgranocchiare. Voto: 10.
– I dolci: segnaliamo, oltre al pezzo: Brownies al cioccolato yogurt mele; Cheesecake zucca sbrisolona; Montebianco di castagne (con castagne arrosto); Arancia a spicchi con meringa di arancia e crema inglese all’arancia (top); se presenti: Mascarpone nocciole e capperi; Cioccolato caffè e topinambur; ecc.

– Caffè/Invecchiati e “Infiammabili”: grande scelta di caffè, da veri intenditori: sottolineo una Arabica “Filter Coffee Yrgalem” by Etiopia, la zona di nascita di tutti gli arabici. A menù anche thè e tisane: Thè Bianco Hao Bai Yin Zhen: un thè cinese senza pari usato dalla famiglia imperiale cinese, roba per sopraffini intenditori. Thè Verde ed altri in fiore.

– La Cantina: Etichette; Carta dei Vini/Carta dell’Acqua? Cantina con centinaia di etichette di prestigio mondiale; champagne inclusi. Acqua da 0,75 di pregio.
– Gli infiammabili: grande e professionale scelta. Evidenzio la Grappa “Punto G”, un vero programma goloso!
– Oli in tavola, aceto; le spezie: massima scelta.

Piatti consigliati: Pesce; Cappelletti burro & salvia; Baccalà dolce e tutti i dolci.
Chimera gastronomica: Baccalà Dolce.

Verdetto finale:
Location (il posto sull’esterno): 10
Ambiente del locale: 10 e lode.
Servizio: 9,75
Voto globale/media Menù: da 9 a 10 più lode del caso.
Il voto del conto: 8,5

– Fa il PL (Pranzo Lavoro)? No
“Sulla Porta”: il locale vanta le Targhe, “Placche”, di queste Guide:
4live.it
“Via Emilia Ristoranti” www.viaemiliaristoranti.it
Guide: Michelin/Espresso/Touring Club/Golosario.
Puoi provare anche questi Ristoranti in zona:
– San Domenico (da recensire); Petito (da recensire); Eataly (recensito); per chi ama le tagliatelle romagnole e il coniglio: Amorosa (recensito); per chi vuole la pizza: Del Corso e Marì Otello (recensiti).
In definitiva: per una palestra degustativa.