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La salute in attesa
Prima di raccontare fatti documentali inerenti l’attuale situazione igienico sanitaria di due specchi d’acqua balneabili a Riccione adiacenti il torrente Marano, al fine di sgomberare il campo da equivoci o strumentalizzazioni, credo sia fondamentale prima raccontare la storia di quel corso d’acqua che da anni, manifesta gravi problemi di inquinamento, le cui cause principali sono legate agli scarichi fognari ad Ospedaletto di Coriano e San Marino. A confermare ufficialmente tali criticità ambientali fu per esempio, nel 2012, l’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda, a seguito di un interrogazione dell’allora consigliere “pentastellato” Andrea Defranceschi. Del torrente riminese, si occupò nel 2011 pure Goletta Verde di Legambiente, che parlò di “allarme rosso”. Per quanto riguarda invece le soluzioni adottate in questi anni attraverso interventi effettuati sulla rete fognaria a contrasto delle suddette criticità, la Provincia realizzò il collegamento al depuratore di Santa Giustina, nel 2003. Nel 2008 poi tutti gli scarichi furono riuniti in una nuova fognatura, realizzata anche con il contributo della Repubblica di San Marino (che scarica nello stesso punto).
La situazione igienico sanitaria del torrente Marano era quindi da tempo critica al punto che già quattro anni fa, sui giornali, si prospettava il rischio che nel 2015, con l’entrata in vigore della nuova legge sulla tutela delle qualità delle acque, quelle adiacenti il torrente Marano, avrebbero rischiato la permanente chiusura della balneazione. Partendo da questi fatti storici, sarà più facile adesso farsi un opinione sulla scelta politico amministrativa fatta da Regione, Provincia e Comune di Riccione in merito alla tutela di quelle acque e soprattutto della salute delle persone.
Partendo dalla situazione attuale i fatti ci dicono che oggi lo specchio d’acqua denominato “Marano 50 N” (di 409 mt) risulta non classificato ma comunque balneabile, e senza detta valutazione, lo potrebbe essere ancora per 3 anni. Ma ripercorriamo ora la storia che ha portato la valutazione di quest’acqua, in stand by, o più precisamente, in attesa di classificazione:
Al termine della stagione balneare 2015 l’acqua “Riccione – Foce Marano 50 m N” non fu classificata, ma rimase “in attesa di classificazione” al pari di 4 acque di balneazione del comune di Goro e 3 lungo il litorale del comune di Comacchio in quanto non si è raggiunto ancora il numero minimo di campioni necessari per la classificazione. La valutazione della qualità delle acque di balneazione viene effettuata sulla base dei dati relativi alla stagione balneare appena conclusa e alle tre stagioni balneari precedenti. Ma lo specchio d’acqua suddetto non è un acqua di nuova individuazione come i 7 sopra elencati, è infatti balneabile da decenni. Come si è arrivati a questa situazione? La Regione, nella stagione 2015 declassò a “Scarsa” la qualità di quello specchio d’acqua ma tale classe venne considerata non rappresentativa del suo stato effettivo di qualità ed i brusco peggioramento – da “Eccellente” a “Scarsa” – venne attribuito ad eventi eccezionali ed imprevedibili verificatisi nel corso della stagione balneare 2014. Nel 2014 infatti una rottura fognaria sfociante nel torrente aveva creato criticità ambientali alle acque adiacenti la foce cosicché le Autorità competenti, nel rispetto di quanto imposto dall’art.8 D.Lgs.116/08, adottarono misure di gestione ritenute adeguate e, nella convinzione di aver individuato e risolte le cause (come da nota del Comune di Riccione Prot. 48263 del 27/11/2014), avanzarono al Ministero della Salute la proposta di ripristinare il set di dati da utilizzare per la classificazione e di iniziare la stagione 2015 come “Acqua in attesa di classificazione”.
La proposta venne accolta previo parere favorevole della Commissione europea (il 3 marzo 2015). È bene ricordare però che dopo un declassamento della qualità delle acque di balneazione a “Scarsa”, o si risolvono i problemi che minano la salute pubblica, o la chiusura permanente della balneazione diventa inevitabile, per lo meno fino a quando i risultati delle analisi non torneranno a riclassificare quelle acque almeno a “Sufficienti”. Infatti il parere favorevole e vincolante della Commissione Europea si basa esclusivamente sul risolvimento dei problemi che avrebbero causato tali pericoli per la salute dei bagnanti, ed la lettera ufficiale d’approvazione inizia proprio con la parola “Presumendo”. Presumendo quindi che i problemi siano stati risolti, la commissione europea approva la possibilità di azzerare il set analitico per la classificazione della qualità delle acqua e ripartire dalla valutazione della qualità delle acqua quadriennale, come quella prevista dalla legge per le acque aperte per la prima volta alla balneazione.
Come è andata allora, provette alla mano, la stagione balneare 2015 negli specchi d’acqua a nord e a sud della foce del torrente Marano, dopo aver risolto i problemi causati da eventi eccezionali ed imprevedibili la cui soluzione ha consentito la non classificazione ma la balneabilità?
• Gli sforamenti dei limiti di legge delle analisi di routine per Eschiarica coli ed Enterococchi intestinali sono stati 17. Ad aggravare il quadro andrebbe aggiunto anche che inspiegabilmente, per 3 volte non è scattata la chiusura temporanea della balneazione a tutela della salute dei bagnanti nonostante l’obbligatoria proposta di chiusura avanzata dall’AUSL. Mistero.
• Agli sforamenti dei campioni routinari vanno poi aggiunte le 12 chiusure temporanee della balneazione causate dalle aperture “istituzionali” del bypass del depuratore; chiusure approvate dall’amministrazione riccionese con atto comunale n° 80: “Attività di Balneazione 2015 Interdizione della balneazione Torrente Marano” in caso di pioggia persistente e/o di notevole intensità che causi l’apertura del bypass del depuratore stabilendo che sia temporaneamente vietata la balneazione dal momento dell’apertura e fino a 18 ore dopo la chiusura. A dimostrazione della non eccezionalità del problema che è anche strutturale e che non è affatto risolto nonostante, dopo il declassamento di un acqua balneabile a “Scarsa”, la legge lo imponesse, pena, come già detto, la chiusura permanente della balneazione. Da considerare anche il fatto che a seguito delle aperture del Bypass fognario, segue obbligatoriamente la chiusura temporanea della balneazione, ma non le analisi. Ciò significa che non saranno aggiunte alla valutazione delle acque quegli eventuali sforamenti così da avere per esempio, magari 20 chiusure della balneazione automatiche a causa dell’apertura degli sforatori fognari senza che però le analisi incidano poi sulla classificazione della qualità delle acque, che continuano così a risultare eccellenti (come avviene da sempre, per esempio a Rimini).
• Oltre alle analisi sforanti di Arpa, ci sarebbero quelle di Goletta Verde, i cui risultati dei prelievi 2015 classificavano le acque della foce del Marano come “Inquinate”. ( Nel 2014 – “Fortemente inquinate”)
• Un altro fatto riguardo la pericolosità per la salute pubblica determinata dalle acqua del torrente Marano, è il declassamento scaturito quest’anno nello specchio balneabile a sud della foce del Marano che da “Buono” e passato a “Sufficiente” a causa proprio di 15 dei 17 risultati analitici oltre i limiti di legge rilevati nella stagione 2015.
Le autorità preposte al controllo ed alla classificazione hanno però deciso anche per questa stagione, di proseguire con l’iter che vede l’acqua balneabile di Marano 50 N in attesa di classificazione; stand by avallato a marzo 2015 dalla Commissione Europea che lo ha concesso dando però per scontato, il risolvimento di problemi dichiarati dalle autorità italiane come eccezionali. Il percorso accettato garantisce di poter continuare le analisi ma di classificare la qualità dell’acqua dopo 4 stagioni. Infatti una volta attuate le misure di risanamento l´acqua può essere sottoposta a monitoraggio e nuovamente classificata sulla base degli esiti analitici ottenuti (D.M. 30/03/2010 art. 2, comma 7 e D.Lgs. 116/2008 art. 7, comma 5, lettera b). È bene ricordare però che è prevista dalla “Attuazione della direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione” che la valutazione possa essere effettuata anche sulla base di una serie di dati relativa a meno di quattro stagioni balneari se:
“si sono verificate modifiche tali da poter influire sulla classificazione di dette acque di balneazione. In tale caso la valutazione e’ effettuata sulla base di una serie di dati sulla qualità delle acque di balneazione consistenti unicamente nei risultati di campioni raccolti successivamente alle modifiche verificatesi”. (Art. 7 comma 5 B).
Si è scelto invece di ignorare i risultati analitici dell’estate scorsa lasciando quindi quell’acqua in attesa di essere classificata ma balneabile nonostante esista pure un imposizione legislativa non aggirabile ne interpretabile come quella del Decreto legislativo 116/08 Art.8 comma 3 che obbliga “le regioni e le province autonome ad assicurare che, entro la fine della stagione balneare 2015, tutte le acque di balneazione siano almeno «sufficienti”.
Ma se, sulla base dei risultati dell’anno scorso, si fosse scelto di classificarla, Marano Nord non avrebbe ottenuto affatto la sufficienza e quindi neppure la balneabilità per motivi igienico sanitari, se non per i cani. La salute dei bagnanti resta quindi in attesa.