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Dalla fiction «Un Professore» alla realtà della “Lista degli stupri”

Di Franco D'Emilio Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 1 dicembre 2025
Dalla fiction «Un Professore» alla realtà della “Lista degli stupri”

Pochi giorni fa a Roma, salendo a piedi da via Cavour verso Colle Oppio, in via Frangipane mi imbattevo in un folto gruppo, quasi un muro di persone, perlopiù con l’aria di turisti, che mi volgevano la schiena, tutte intente a fotografare chissà mai che cosa. Ho chiesto al cameriere di un’antistante trattoria chi o cosa mai fosse oggetto di tanto impegno fotografico, compresi anche numerosissimi selfie.

Attonita la risposta in angloromanesco: “Che stai a di’, un lo vedi? Stanno a fotografa’ a location di Un Professore, la fiction su Rai1 con Alessandro Gassmann! Grande botto alla terza stagione, mica cotiche! Ho fissato l’edificio, qui in foto, era davvero quello, confesso di non aver perso neppure una puntata della celebre e seguitissima serie. Proprio quello il portone d’ingresso al liceo della storia televisiva, nella realtà, però, rispondente all’Istituto Tecnico Superiore “Leonardo da Vinci”.

La sera dello stesso giorno, la notizia agghiacciante della “Lista degli stupri”, rinvenuta, sempre a Roma, in un bagno del Liceo Classico “Giulio Cesare”: su una parete nove nomi scritti a pennarello, otto ragazze e un ragazzo, ritenuti tali da essere inclusi in un elenco di possibili vittime di stupro. Mi hanno sorpreso, turbato, giustamente inorridito tanta barbarie e miseria umana in una scuola superiore che dovrebbe soltanto istruire, formare ed educare ai migliori valori della vita.

Che beffa! Da una parte, spettatori di Un Professore, che si appassionano dinanzi alla location della finzione televisiva di una storia sulla passione educativa di un docente, amato dai suoi studenti, e sul percorso di crescita, pur tra tante contraddizioni e difficoltà, di una classe di studenti verso la propria, piena maturità; dall’altra, genitori di un prestigioso liceo romano che scoprono la brutale idiozia, miserabile e maschilista, che s’annida in alcuni loro figli, sicuramente insospettabili studenti della Roma bene.

Certamente, molto è andato storto perché ripetutamente tutti abbiamo sbagliato in qualcosa, ma non vogliamo ammetterlo: prevalgono le giustificazioni, gli appelli alla comprensione, le innumerevoli e sapute analisi sociologiche, le più ardite evoluzioni pedagogiche. La verità è una sola: non c’è più l’esempio della famiglia; si irride ad ogni concetto di guida e autorità, comprese quelle della scuola; si lascia sempre più spazio solo alle vie traverse e assai facili per far denaro e aver successo.

Tutti fuggiamo da questa realtà miserevole, rifugiandoci nella finzione dei tanti buoni sentimenti di una storia televisiva e lavandoci, così, ipocritamente la coscienza dalle nostre pecche reali. Sono non violento per principio, ma se il fine giustifica il mezzo, sono convinto che qualche motivato sganassone in più forse ci avrebbe evitato il peggio.

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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