«Il bilancio regionale e la nota di aggiornamento al DEFR in approvazione oggi in Aula delineano una manovra espansiva che tiene insieme responsabilità e visione, capace di affrontare le sfide del presente senza rinunciare a costruire il futuro della nostra Regione». Lo ha affermato la consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Ancarani intervenendo questa mattina in Aula nel corso della discussione sul Bilancio regionale 2026-2028.
«Il bilancio – ha sottolineato Ancarani – è il momento in cui un’istituzione rende esplicite le proprie priorità. In Emilia-Romagna una di queste ha da sempre un nome preciso: sanità pubblica. Il diritto alla salute resta al centro delle politiche regionali, nonostante anni di sottofinanziamento del Fondo sanitario nazionale che hanno messo sotto pressione il sistema».
«Rispetto allo scorso anno – ha proseguito – sul Servizio Sanitario Regionale emergono alcuni elementi di maggiore stabilità, a partire dal contributo regionale di 200 milioni di euro che diventa strutturale e dall’incremento del FSN di 2.4 miliardi previsto per il 2026 nella manovra di bilancio nazionale. Incremento quest’ultimo importante, che tuttavia non risolve il problema del sottofinanziamento del sistema e non consente alle Regioni di poter intervenire liberamente, scegliendo dove dirottare le risorse sulla base dei fabbisogni dei diversi territori. Inoltre, l’aumento previsto per il 2026 non è al momento confermato per gli anni successivi. Per questo la nostra battaglia per un giusto finanziamento del FSN continua».
Accanto alla sanità, il bilancio rafforza anche il Fondo regionale per la non autosufficienza. «È uno degli strumenti qualificanti del nostro welfare – ha evidenziato Ancarani – perché sostiene servizi essenziali e il lavoro quotidiano dei caregiver, ribadendo che la cura non può essere lasciata alla sola dimensione privata».
Sul fronte dello sviluppo, Ancarani ha inoltre richiamato il tema della ricerca. «L’Emilia-Romagna è una regione della conoscenza, con università, Irccs e infrastrutture scientifiche di rilievo nazionale e internazionale. Eppure, la ricerca pubblica continua a essere segnata da una precarietà strutturale che spinge molte e molti giovani formati nel nostro Paese a cercare altrove opportunità e riconoscimento».
«Anche su questo fronte – ha concluso – la Regione segna una differenza netta, investendo in settori strategici come i big data e l’aerospazio, nell’innovazione sanitaria e nelle politiche per l’attrazione e la permanenza dei talenti. È un’impostazione che tiene insieme sanità pubblica forte, welfare inclusivo, ricerca e lavoro di qualità: così si costruisce il futuro dell’Emilia-Romagna, mettendo al centro i diritti e la dignità delle persone».