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Il Comitato Pro Forlì Storico-Artistica ha reso omaggio al musicista Carlo Brighi

Di Staff 4live Leggilo in 5 minuti
Aggiornato: 3 novembre 2025
Il Comitato Pro Forlì Storico-Artistica ha reso omaggio al musicista Carlo Brighi

Domenica 2 novembre il Comitato Pro Forlì Storico-Artistica ha reso omaggio al musicista Carlo Brighi (Zaclén), capostipite della musica romagnola, in occasione del 110° anniversario della morte. È stato Gabriele Zelli, presidente dell’associazione, a recarsi sulla tomba del musicista, che si trova nel Cimitero Monumentale di Forlì, a deporre un mazzo di fiori. Il rapporto fra Carlo Brighi, la città di Forlì e la frazione di Pievequinta sarà oggetto di un incontro in programma proprio in località domenica 9 novembre, alle ore 16,00, a Palazzo Morattini in via Armelino 33.

Come sappiamo Carlo Brighi nacque a Fiumicino, una frazione del Comune di Savignano sul Rubicone, il 14 ottobre 1853 da una famiglia di umili origini. Il padre, che di mestiere faceva il contadino, nei giorni di festa si divertiva e faceva divertire gli altri suonando il violino nelle aie delle case di campagna durante la gramolatura della canapa o la spannocchiatura del granoturco. Sicuramente trasmise la passione per la musica al figlio, che fin da piccolo iniziò a fare pratica di violino. Carlo Brighi ebbe la possibilità di approfondire lo studio del pentagramma e del violino fino a quando fu pronto per iniziare a svolgere la professione di musicista. Venne scritturato da diverse orchestre teatrali e si fece un’importante esperienza che gli servì per iniziare in proprio l’attività. Buon compositore, iniziò a creare i primi ballabili, valzer, polke, mazurke, che suonò con la sua orchestra.

Uno dei primi luoghi dove si esibì a inizio carriera fu Pievequinta, come ha scritto Mauro Mariani in un articolo del 1998 pubblicato sul giornalino del locale Comitato di Quartiere. Evidentemente le feste alle quali partecipò dovettero restare memorabili se è vero che gli abitanti della frazione, nel decennale della sua morte, pensarono di dedicargli una lapide che fu posta su una parete del circolo socialista dove aveva suonato (una casa ancora esistente in via Cervese n.d.r.). “Certamente il suo rapporto col circolo socialista di Pievequinta”, scrive Mariani, “era determinato anche dalla sua adesione a quel partito all’epoca dell’Internazionale e all’amicizia con Andrea Costa (1851-1910). Carlo Brighi fu uno dei principali esponenti del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna, fino al momento della sua dissoluzione, tanto che con il suo attivismo politico sfidò le possibili ritorsioni della polizia e il 3 aprile 1896 fu denunciato insieme ad altri per una riunione non autorizzata. Continuò imperterrito nella sua militanza e di pari passo proseguì nell’allietare le serate in sale pubbliche e private, organizzando anche raccolte di denaro per la stampa socialista”.

Nel 1912 Aldo Spallicci (1886-1973) scrisse di Carlo Brighi sulla rivista “ll Plaustro”. Dall’articolo viene trasmessa la sensazione che la gente provava alla presenza di questo musicista, quando prendeva per mano la situazione e si lasciava trascinare dalla musica; poi come si era lanciato nella musica si fermava per una sosta. Quando la sosta sì prolungava più del dovuto dalla folla sì alzava imperioso l’invito “Taca Zaclèn” e le danze riprendevano vorticose più di prima. Da quel momento l’esortazione “Taca Zaclèn” fu utilizzata ovunque nei confronti di tutte le orchestre.

Dall’elenco delle composizioni di Brighi, conservate nel fondo Piancastelli delle Biblioteca Comunale di Forlì, risultano 465 valzer, 194 polke, 141 mazurke, 19 manfrine, 10 galop, un saltarello e una quadriglia. Quindi Brighi è da indicare come colui che verso la fine del 1800, proponendo un nuovo tipo di musica che si rifaceva a quella viennese e un nuovo tipo di ballo che avvicinava le coppie, involontariamente soppresse la vecchia musica popolare del saltarello e la manfrina, un fenomeno che viene denominato “liscio”, che ha avuto ed ha seguito in Romagna e che ha saputo oltrepassare i confini regionali.

Brighi mori a Forlì il 2 novembre 1915 e fu sepolto nel Cimitero Monumentale di Forlì. Sull’epigrafe nella sua tomba c’è una scritta che dice: “Qui assorto pei secoli / nella pace dell’infinito / riposa Brighi Carlo detto Zaclèn / valente suonatore di violino / geniale compositore di danze / che deliziarono e delizieranno il popolo di Romagna. / Intelligenza superiore, semplice e grande / aperto sempre alle manifestazioni del giusto e del bello / fu strenuo assertore delle idealità socialiste / ed in quelle morì sul finire del 1915 / spezzato il cuore generoso dallo spettacolo immane / della barbara carneficina fratricida / che infieriva allora nel mondo”.

A Pievequinta il 25 aprile 1926 si svolse una solenne commemorazione in onore di Carlo Brighi (Zaclén), durante la quale una cinquantina di musicisti suonarono in suo ricordo e intervenne Aldo Spallicci. La lapide che fu scoperta in quella occasione recita: “I colleghi di Romagna / e gli amici di Pievequinta / all’indimenticabile maestro / Carlo Brighi (Zaclèn) / nel giorno della sua commemorazione / 25 aprile 1926”. L’epigrafe fu staccata e portata nella Pinacoteca Comunale di Forlì una cinquantina d’anni fa, essendo la vecchia sede del partito Socialista diventata nel frattempo una casa di civile abitazione. Il locale Comitato di Quartiere, in occasione della festa del quartiere del giugno 1998, si adoperò affinché il manufatto fosse riportato a Pievequinta. Ora è collocata nell’androne di Palazzo Morattini, in via Armelino 33.

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