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Assaggino con cambiale sul recupero dell’ex Gil a Forlì

Di Franco D'Emilio Leggilo in 4 minuti
Aggiornato: 26 novembre 2025
Assaggino con cambiale sul recupero dell’ex Gil a Forlì

A Forlì siamo alle solite, continua la sceneggiata del centrodestra, ora alla sua seconda sindacatura, certo tanto opaca e sdrucciolevole. Anche sul recupero dell’ex GIL per realizzarvi un utile auditorium l’amministrazione comunale insiste spudoratamente nella tattica dilatoria del continuo rinvio del completamento dei lavori: infatti, la conclusione, prevista a fine gennaio ‘24, pare ora protrarsi a dopo l’estate ’26, praticamente la stessa sorte del recupero di Palazzo Albertini, anch’esso rimbalzante di data in data, adesso al 2026, sperando che Dio ce la mandi buona.

Ci risiamo, dunque, a perseverare sfrontatamente nel mancato rispetto di un impegno, di un progetto con i cittadini forlivesi. Per carità, la pratica dilatoria degli obiettivi politici è storicamente comune a tanti partiti, di destra come di sinistra, comprese pure certe coalizioni del centrosinistra a Forlì, precedenti l’era dell’attuale sindaco Gian Luca Zattini. È una pratica consolidata, sempre deprecabile, nel suo spirito non lontana dal giochetto col quale negli anni ’50 l’armatore Achille Lauro, esponente del partito monarchico, due volte sindaco di Napoli, in prossimità di nuove elezioni rallentava il completamento delle opere pubbliche più necessarie per accattivarsi il voto degli elettori.

La stessa perversa logica con la quale, più terra terra, Lauro regalava la scarpa sinistra prima delle elezioni e prometteva la destra solo nel caso di un esito elettorale a suo favore. E guarda caso, scusate la malizia, ma a pensar male spesso ci s’azzecca, ora l’assessore forlivese Vittorio Cicognani ha annunciato il pieno regime d’utilizzo del nuovo auditorium, realizzato nell’ex GIL, solo a partire dal 2028, vattelapesca che mese e che giorno, però, che strano, in coincidenza con Forlì, possibile capitale italiana della cultura, e assai vicino alle elezioni amministrative del ’29. Come riguardo ai lavori interminabili di Palazzo Albertini, così pure col rinvio all’ex GIL l’assessore differisce nel tempo la scadenza della sua cambiale politica con i forlivesi e gioca a fare il furbetto.

Stavolta, tanto perché l’ennesimo boccone amaro del rinvio risulti meglio digeribile, il sornionamente astuto e strategico assessore Cicognani, probabilmente pane e volpe nella sua dieta quotidiana, ha accompagnato il suo annuncio con l’invitante “assaggino” di alcune immagini dello splendido auditorium che verrà ovvero del futuro che sarà, nonostante il presente incerto del momento, con lavori tuttora lontani dalla conclusione. Sicuramente, da Palazzo Albertini all’ex GIL, l’assessore ha migliorato la tecnica applicativa della sua deludente tattica dilatoria, convinto che, adesso, con le foto di un risultato finale, ancora lontano dal compiersi, insomma con un poco di zucchero, solamente illusorio, la pillola vada giù meglio, proprio alla Mary Poppins.

Comprendo che tutte le opere dell’amministrazione Zattini siano di gigantesca, ciclopica fattura, quindi con tempi interminabili, da ere geologiche, fuori dai tempi stretti dei comuni cittadini; capisco anche che nel frullatore giustificatorio dell’ormai lungo rinvio della fine lavori all’ex GIL l’astuto assessore metta davvero un po’ di tutto: il Covid, il rialzo dei costi, talune varianti progettuali e tante altre toppe, tutte solo peggio del buco; nulla che, ad esempio, giustifichi, spieghi i diversi blocchi dei lavori, verificatisi negli anni.

Perciò, non mi ha sorpreso che inevitabile e provvidenziale, quale supporter del nostro assessore, sia sopraggiunto l’assist del vicesindaco Vincenzo Bongiorno con l’ineffabile tiritera di parole trionfalisticamente celebrative: in fondo, i due si assomigliano, Cicognani celebra il rinvio del “pagherò” delle sue cambiali, Bongiorno, assicuratore provetto, celebra, sempre e soltanto, la polizza assicurativa di un futuro forlivese che verrà, non si sa quando, ma neppure s’intravede dietro l’angolo.

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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