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A Forlì sulla cultura l’incoerenza del Partito Democratico

Di Franco D'Emilio Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 1 novembre 2025
A Forlì sulla cultura l’incoerenza del Partito Democratico

Però quanta contraddizione nella condotta politica del Partito Democratico forlivese. Come forza d’opposizione, giustamente esercita un ruolo critico e di pungolo verso il centrodestra, ora al governo di Forlì, però, spesso, non nasconde l’evidente rammarico di non essere più, fino in fondo, della partita ovvero di essere tagliato fuori dai giochi che contano. Caso emblematico di simile contraddizione è il tema della gestione del patrimonio culturale cittadino, quindi della cultura in senso lato, compresa la possibile investitura di Forlì a capitale italiana della cultura nel 2028.

A Forlì, da una parte, il Partito Democratico critica, denuncia e allarma sull’insipienza gestionale dei nostri musei, biblioteche e archivi, il cui futuro appare davvero precario, imprevedibile; dall’altra, come ha fatto pochi giorni fa, dichiara di non opporsi affatto al progetto di Forlì capitale culturale. Qui si manifesta una palese contraddizione: come potete, compagni piddini forlivesi, far convivere le vostre tante, per carità legittime e fondate, critiche al miserevole stato gestionale della cultura da parte del centrodestra con la contemporanea affermazione di essere alfieri del “capitalato” culturale 2028 a Forlì?

La coerenza non è cosa di poco conto, ma negli ultimi tempi credo proprio che, sia a livello nazionale che locale, il Partito Democratico non riesca a darne giusta dimostrazione, mancando principalmente di un presupposto essenziale per risultare coerenti: l’onestà intellettuale e politica. Dite la verità: siete pateticamente costretti a contraddirvi tra il dire peste e corna della politica culturale del centrodestra forlivese e, di seguito, invece sostenere Forlì capitale culturale perché non potete e non dovete lasciare, mettere in difficoltà il compagno Enzo Lattuca, sindaco di Cesena, già coinvolto nell’avventura del capitalato 2028, unicamente per rispetto alla denominazione “Forlì-Cesena” della nostra provincia.

Che iella per il PD forlivese, costretto a mandar giù il boccone amaro di Forlì capitale della cultura per non tradire il compagno primo cittadino cesenate! Come può, allora, ritenersi credibile il Partito Democratico forlivese, sia oppositore del sindaco Zattini sul tema della cultura che sostenitore di un’iniziativa culturale, pur sempre ad opera dello stesso Zattini? Ho ripetutamente, sempre coerentemente argomentato contro l’attuale gestione fallimentare della cultura forlivese e per questo ho subito respinto l’ambizione infondata di Forlì a capitale italiana della cultura 2028, diversa la condotta pencolante, ondivaga del PD. Non dimentichiamo le parole di sir Arthur Conan Doyle “Dobbiamo cercare la coerenza e quando questa manca dobbiamo sospettare l’inganno”: che il PD forlivese ci stia ingannando?

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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