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A Forlì indigestione celebrativa della Liberazione

Di Franco D'Emilio Leggilo in 2 minuti
Aggiornato: 6 novembre 2025
A Forlì indigestione celebrativa della Liberazione

Anche quest’anno molti forlivesi si sono interrogati sull’opportunità di così ampio spazio celebrativo: tra mercoledì 5 e sabato 22 novembre ben sette giorni di celebrazione per la ricorrenza degli 81 anni della Liberazione di Forlì dal nazifascismo, avvenuta, appunto, il 9 novembre 1944. La Liberazione è stata sicuramente un evento storico molto significativo per la nostra storia nazionale e locale, per questo merita sempre memoria, riflessione e rinnovato giudizio, ma il troppo stroppia, come sempre accade nel caso di ogni eccesso.

E ancora quest’anno si è voluto strafare con una serie articolata di tanti eventi, tutti assieme a battere la grancassa celebrativa dell’anniversario liberatore e tutti nuovamente per iniziativa di una giunta di centrodestra che insiste ad esagerare per battere o forse, chissà, compiacere la sinistra resistenziale. Basta scorrere il programma per convincersi quanto si cerchi di accontentare un po’ tutti i gusti, tutti i cultori e gli alfieri di una Liberazione, ormai sempre più ingessata nella retorica del proprio mito per fuggire al peso delle tante sue chiare, documentate vergogne.

Certo, la celebrazione della Liberazione è importante, ma non vale affatto l’attuale strafare celebrativo forlivese, fra l’altro così dimentico dei segni, delle ferite della grave guerra civile tra italiani antifascisti e italiani fascisti, sulle cui braci sotto cenere ancora soffiano pericolosi nostalgici della Resistenza incompiuta, insomma del riottoso “Ora e sempre Resistenza!”. Eppure, ancora quest’anno, il sindaco Zattini e la sua giunta, sedicente di centrodestra, celebrano a tutta manetta, seppur attenti cerchiobottisti a non scontentare nessuno: in questo senso, si rivelano davvero pateticamente emuli della vecchia, accomodante, equilibrista strategia democristiana all’insegna dell’equidistanza.

Dai soldati polacchi a quelli neozelandesi, dai partigiani ai parroci, ad alcuni sindaci dell’immediato dopoguerra e così via si celebrerà tanto e ben oltre, praticamente un vero festival forlivese della Liberazione sotto la regia dell’attuale centrodestra forlivese. Che sia una prova d’accredito a sostegno di Forlì capitale italiana della cultura 2028?

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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