Anche quest’anno molti forlivesi si sono interrogati sull’opportunità di così ampio spazio celebrativo: tra mercoledì 5 e sabato 22 novembre ben sette giorni di celebrazione per la ricorrenza degli 81 anni della Liberazione di Forlì dal nazifascismo, avvenuta, appunto, il 9 novembre 1944. La Liberazione è stata sicuramente un evento storico molto significativo per la nostra storia nazionale e locale, per questo merita sempre memoria, riflessione e rinnovato giudizio, ma il troppo stroppia, come sempre accade nel caso di ogni eccesso.
E ancora quest’anno si è voluto strafare con una serie articolata di tanti eventi, tutti assieme a battere la grancassa celebrativa dell’anniversario liberatore e tutti nuovamente per iniziativa di una giunta di centrodestra che insiste ad esagerare per battere o forse, chissà, compiacere la sinistra resistenziale. Basta scorrere il programma per convincersi quanto si cerchi di accontentare un po’ tutti i gusti, tutti i cultori e gli alfieri di una Liberazione, ormai sempre più ingessata nella retorica del proprio mito per fuggire al peso delle tante sue chiare, documentate vergogne.
Certo, la celebrazione della Liberazione è importante, ma non vale affatto l’attuale strafare celebrativo forlivese, fra l’altro così dimentico dei segni, delle ferite della grave guerra civile tra italiani antifascisti e italiani fascisti, sulle cui braci sotto cenere ancora soffiano pericolosi nostalgici della Resistenza incompiuta, insomma del riottoso “Ora e sempre Resistenza!”. Eppure, ancora quest’anno, il sindaco Zattini e la sua giunta, sedicente di centrodestra, celebrano a tutta manetta, seppur attenti cerchiobottisti a non scontentare nessuno: in questo senso, si rivelano davvero pateticamente emuli della vecchia, accomodante, equilibrista strategia democristiana all’insegna dell’equidistanza.
Dai soldati polacchi a quelli neozelandesi, dai partigiani ai parroci, ad alcuni sindaci dell’immediato dopoguerra e così via si celebrerà tanto e ben oltre, praticamente un vero festival forlivese della Liberazione sotto la regia dell’attuale centrodestra forlivese. Che sia una prova d’accredito a sostegno di Forlì capitale italiana della cultura 2028?
Franco D’Emilio