Violenza in sanità, una battaglia comune. L’Ordine degli Infermieri di Forlì-Cesena al fianco dei Medici per proteggere chi cura. Subire offese, minacce, insulti, calci e pugni mentre si lavora per salvare vite è emotivamente devastante. Eppure, negli ultimi anni, questa è diventata una realtà sempre più frequente per chi opera in sanità. Una tendenza preoccupante, che continua a crescere e che sta assumendo tratti di drammatica normalità.
Su questa tematica, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Forlì-Cesena ha organizzato l’evento “La violenza sugli operatori sanitari” (Sala Conferenze di Viale Italia, Forlì), un momento di riflessione e confronto aperto a professionisti e cittadini. All’appuntamento, in programma per sabato 25 ottobre, parteciperà anche l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Forlì-Cesena, rappresentato dal segretario Giulia De Nicola, che porterà i saluti della presidente Silvia Mambelli.
“La violenza contro i professionisti sanitari non deve essere considerato un rischio del mestiere – afferma Mambelli –. Ogni episodio lascia segni profondi, spesso invisibili, che logorano chi li subisce e colpiscono l’intera comunità. Non è necessario quantificare il fenomeno con numeri, perché, anche se fossero pochi casi, esso va arginato con l’impegno di tutti ed il sostegno ai colleghi vittima di aggressione. La paura non può diventare la regola. Proteggere chi cura è un dovere di tutti”.
Gli infermieri, ogni giorno in prima linea, conoscono bene il peso emotivo di questa emergenza silenziosa. “Ci si trova costretti – prosegue Mambelli – tra il rischio di subire aggressioni sul posto di lavoro e il timore che una denuncia possa peggiorare la situazione. È un paradosso che non possiamo più accettare. Chi cura non deve subire gli effetti psico-fisici della paura”.
Per l’Ordine degli Infermieri di Forlì-Cesena, la risposta non può che essere fare squadra. “Solo unendo le forze tra professionisti, istituzioni, forze dell’ordine, aziende sanitarie e cittadini potremo costruire reti di protezione efficaci – conclude Mambelli –. La sicurezza degli operatori sanitari è una responsabilità collettiva, e il rispetto reciproco è il primo passo per curare anche il sistema nel suo insieme”. Nel corso dell’incontro si alterneranno interventi di esperti, testimonianze dirette e contributi multidisciplinari: un’occasione per riaffermare che la violenza in sanità non riguarda una singola categoria, ma l’intero sistema.