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Cinque ciliegine di vergogna della sinistra italiana

Di Franco D'Emilio Leggilo in 4 minuti
Aggiornato: 18 ottobre 2025
Cinque ciliegine di vergogna della sinistra italiana

Prima ciliegina di vergogna della sinistra italiana. Cominciamo da martedì scorso 14 ottobre, giorno di svolgimento a Udine della partita di calcio Italia-Israele, valida per le qualificazioni alla Coppa del Mondo 2026. Prima che si disputasse la gara, il giornalista di Rai3, Jacopo Cecconi, notoriamente schierato con tanta faziosità a sinistra e idolo dei ProPal, ha dichiarato “L’Italia avrà la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo, vincendo”, con quell’astioso verbo “eliminare”, tristemente specificato con “almeno sul campo”, che risulta davvero raggelante. Poi, dinanzi a tanta protesta per le sue parole fuori luogo, lo stesso giornalista ha cercato di mettere una toppa, minimizzando la sua corbelleria con la maldestra dichiarazione che le proprie parole si riferissero solo alla partita di calcio (?!), ma, si sa, le parole sono pietre e quelle di Jacopo Cecconi sono concretamente pietre oltraggiose, cariche di livore antisemita.

Seconda ciliegina di vergogna della sinistra italiana. Sempre martedì 14 ottobre il rabbioso, muriatico Maurizio Landini, leader della Cgil, immancabile ospite della trasmissione “di Martedì”, condotta su LA7 dal partigiano Giovanni Floris, solo più garbatamente conduttore rispetto al molto fazioso Corrado Formigli, sempre sulla medesima rete, ha sputato le velenose parole “Meloni in realtà si è limitata a fare la cortigiana di Trump”, quasi guardandosi attorno, compiaciuto di tanta sua audacia verbale, dialettica. Invece, poveretto, ha dimostrato solamente la sua ignoranza lessicale ovvero di usare il termine cortigiana senza sapere minimamente cosa voglia dire; ancora ha dimostrato tanta incapacità di collegare le parole al pensiero.

Come avrebbe evidenziato lo scomparso Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel suo sempre stigmatizzare chi parla a vanvera, Maurizio Landini ha dato solo miserevolmente aria alla propria bocca, fra l’altro, cosa davvero vergognosa per chi, come lui, ambiziosamente leader, confidando di passarla liscia per la granitica fiducia, stoltamente riposta nella sua persona. Povero Pinocchietto, regaliamogli un abecedario ed un buon vocabolario, almeno perché apprenda il significato delle parole che rifila nei suoi sproloqui, prima che ancora di più gli si accrescano le orecchie di somaro.

Terza e quarta ciliegina di vergogna della sinistra italiana. Entrambe provengono dal nulla, quindi dirò il minimo indispensabile, come, appunto, merita Ilaria Salis, già nota alle cronache giudiziarie e, successivamente, eletta parlamentare europea AVS in nome degli scappati di casa, intenzionati ad occupare la casa altrui, e in nome dei nemici isterici del patriarcato. Sulla strage di Castel D’Azzano con tre carabinieri morti nell’esplosione di un casolare, per responsabilità di tre fratelli “fuori dai coppi”, per dirla alla toscana, la Salis, volutamente dimentica delle tre vittime, è stata cinicamente infelice con l’affermazione “Colpa del capitalismo che nega il diritto alla casa”. Che dire? Soltanto che non può affatto rappresentare le istituzioni chi giustifica chiunque ne faccia strage! Proseguendo, sull’uccisione a Milano di Pamela Genini, ennesimo femminicidio che macchia la coscienza personale e collettiva di tutti gli italiani, sempre quella cima di pensiero della Salis ha sparato che “Il patriarcato uccide. Per smantellare questa maledetta struttura sociale che perpetua il potere degli uomini, serve approfondire la rivoluzione culturale avviata dalla lotta delle donne in tutto il mondo”. Solo parole irriflessive, divisive, soprattutto “a bischero sciolto”, lontane da ogni pensiero costruttivo e responsabile.

Infine, quinta ed ultima ciliegina di vergogna della sinistra italiana. Giovedì 16 ottobre ho assistito al ricordo, svoltosi al ghetto di Roma, dell’ottantaduesimo anniversario del rastrellamento di oltre mille ebrei romani, ben 207 i bambini, poi, deportati nei campi di sterminio: terribile pagina della nostra storia contemporanea, fissata nella memoria anche dalla grande penna narrativa di Giacomo Debenedetti nel suo “16 ottobre 1943”. Nella circostanza diverse le dichiarazioni da parte di esponenti politici sul valore del perenne ricordo contro l’antisemitismo: hanno taciuto solo Elly Schlein e Giuseppe Conte, rispettivamente segretario del PD e del M5S, entrambi troppo impegnati a fare l’occhiolino ai ProPal e alla ciurma reduce della Flottilla per Gaza. A questo punto, davvero decorata a dovere la torta con ciliegine della vergogna della sinistra italiana, ma dubito che siano molti a mangiarne una fetta così indigesta.

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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