«Un concetto sociologico e totalmente antiscientifico come il “genere” entra al Morgagni di Forlì, liceo intitolato ad un luminare della medicina, maestro dell’osservazione dell’anatomia del corpo umano, che oggi impallidirebbe di fronte a questa negazione della verità scientifica. Ideologia “versus” realtà, 1-0 : sembra una vittoria ma è solo la giustificazione di un’incompetenza, dal momento che l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome anagrafico e l’identità legale di un individuo.
L’esultanza e le rivendicazioni delle associazioni arcobaleno di fronte al folle e illegale regolamento che consente di cambiare il nome anagrafico degli studenti nel registro scolastico per adeguarsi alla cosiddetta “identità di genere”, la dicono lunga sulla vera finalità di questa operazione, quella cioè di piantare la bandierina lgbtq+ in un luogo simbolo della formazione come il liceo» si legge in una nota del Popolo della Famiglia di Forlì.
«Resta lo sconcerto per un dirigente in cerca di plauso che si è esposto uscendo sulla stampa prima del voto del Consiglio d’istituto, dando come già assodato il risultato finale, rinunciando alla posizione super partes che gli era propria e innescando un processo che sugli studenti può avere conseguenze nefaste. A rimetterci, infatti, saranno i minori confusi sulla loro identità sessuale, assecondati nella volontà di essere chiamati con un “nome di elezione” ma così rafforzati nell’idea di essere “nati nel corpo sbagliato”, con il rischio di vedersi indirizzati verso quei percorsi di transizione sociale e sessuale che nel Regno Unito sono stati da tempo banditi per evidente dannosità. I nostri giovani meritano molto di più che i soliti slogan per affrontare i loro combattimenti nell’età più delicata della vita. In questo nuovo inizio di anno scolastico auguriamo loro di trovare adulti capaci di accompagnarli nella loro crescita con la passione della verità» conclude il Popolo della Famiglia.