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domenica 24 agosto 2025
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“Storico”, un aggettivo da usare con cautela

Di Roberto Balzani Leggilo in 1 minuto
Aggiornato: 22 agosto 2025
“Storico”, un aggettivo da usare con cautela

Sempre più, in occasione di eventi internazionali o interni, uomini politici e giornalisti hanno preso ad utilizzare il termine “storico”, per enfatizzarne la natura straordinaria, tale da rendere quasi inevitabile la menzione nei libri di storia futuri. Balle. In primo luogo, la storicità di un qualsiasi fatto si misura alla distanza, per gli effetti profondi che genera.

Impossibile, salvo casi rarissimi (il lancio della bomba atomica, ad esempio) darne per scontata a priori la rilevanza. In secondo luogo, è sufficiente prendere in mano un qualsiasi manuale delle superiori per capire quanto siano rari gli eventi ritenuti davvero fondamentali anche per noi contemporanei. Per limitarsi alla politica internazionale, gli accordi davvero “storici” dopo il 1945 si possono contare sulle dita di qualche mano, non di più.

Meglio quindi conservare un po’ di prudenza, di equilibrio e di ironia: più che di menzione – avrebbe detto il vecchio Flaiano – troppo di quel che vediamo celebrato tutti i giorni in tv è degno di minzione. Ahimè.

Roberto Balzani

L'autore

Roberto Balzani
Roberto Balzani

Roberto Balzani, nato a Forlì il 21 agosto 1961, è uno storico, saggista e politico italiano. È professore ordinario di storia contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Università degli Studi di Bologna. È stato sindaco di Forlì, dal 2009 al 2014 è professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna), della quale è stato preside fra il 2008 e il 2009. Ricercatore in Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze dal 1992, è divenuto poi professore associato alla Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna e quindi professore ordinario. Fra i suoi interessi più recenti, la storia del regionalismo e del patrimonio culturale, cui ha dedicato diversi saggi, collaborando alle iniziative promosse alla Scuola Normale Superiore di Pisa da Salvatore Settis. Fra il 1992 e il 1996 ha fatto parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione “Spadolini – Nuova Antologia” di Firenze. E’ stato a lungo componente del consiglio direttivo della Società di Studi Romagnoli, dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana di Cesena e dell’Ibc Emilia-Romagna. Fra le principali pubblicazioni da menzionare la ricostruzione del regionalismo culturale romagnolo fra ‘800 e ‘900 (La Romagna, Bologna, 2001, ristampata con un nuovo capitolo nel 2012); inoltre, la sintesi Storia del mondo contemporaneo, Milano, 2003 (con Alberto De Bernardi), la ricerca di storia dei beni culturali Per le antichità e le belle arti. La legge n. 364 del 20 giugno 1909 e l’Italia giolittiana (Bologna, 2003) e la cura dei Discorsi parlamentari di Carducci (Bologna, 2004). Con Angelo Varni è curatore de La Romagna nel Risorgimento (Roma-Bari, 2012). Alla sua esperienza di amministratore è dedicato il pamphlet: "Cinque anni di solitudine. Memorie inutili di un sindaco" (Bologna, 2012). E’ autore di diversi manuali di storia per le Scuole medie e i Licei.

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