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Nella spazzatura il pane del Giubileo dei Giovani

Di Franco D'Emilio Leggilo in 3 minuti
Aggiornato: 6 agosto 2025
Nella spazzatura il pane del Giubileo dei Giovani

Secondo rilevamenti del Comune di Roma e dell’associazione di categoria Federalberghi, ma pure, stando ai dati, mostratimi da un religioso, impegnato nell’organizzazione giubilare, il Giubileo 2025, compreso quello oceanico dei giovani, va meno bene di quanto previsto: meno pellegrini di quelli attesi, meno entrate di quelle preventivate nel nome del Signore. Praticamente, piena corrispondenza tra meno fedeli in chiesa e meno fedeli al Giubileo. Dunque l’Obolo di San Pietro, cassa vaticana delle offerte dei fedeli, già in debito di 60 milioni di euro, piange, oh come piange, difficile persino confidare che la Provvidenza veda e provveda.

Sorprendentemente, un operatore della Comunità di Sant’Egidio mi ha confidato la delusione di quanti nella Curia Romana, amareggiati che neppure la morte di un Papa e l’elezione del suo successore siano risultati, alla fine, capaci di muovere un incremento di pellegrini, utile a fare il boom del Giubileo. Se non tutto, quindi molte cose non vanno in questo Giubileo ’25 , come illustrato da giornali italiani e persino da qualcuno straniero, oltre che da diverse televisioni. Soprattutto non manca che si aggiunga sempre una ciliegina sulla torta imperfetta del Giubileo, ormai più simile ad una grossolana ciambella col buco, quello, appunto, del mancato business al top.

Non sono anticlericale, riporto solo quanto inevitabilmente emergente da questo happening giubilare che non va. I romani sono stati, ad esempio, i primi testimoni delle tante, troppe confezioni di cibo, distribuite ai giovani, partecipanti al loro Giubileo, ma vergognosamente abbandonate sia nella piana di Tor Vergata che in piazze, strade della capitale. Il cibo desiderato e mendicato da tanti poveri, ultimi della terra, compresi quelli italiani, è stato rifiutato, gettato via da tantissimi sazi, satolli papaboys, sicuramente a chiacchiere cattolici caritatevoli, ecologisti e pacifisti.

Davvero poca coerenza tra fede evangelica e prassi evangelica, ma, si sa, la cosa importante per molti dei giovani era partecipare alla Woodstock papale e tornare a casa con selfie e foto a testimoniare “Io c’ero!”, dando, così, spago pure ai politici, non esclusi quelli forlivesi, per esternare scontate, banali, ma celebrative lodi di tanto ecumenico avvenimento. Fatto sta, tanto cibo lasciato nelle lunch box, vendute a 35 euro, prezzo questo comprensivo pure dell’assicurazione giubilare e del kit giubilare: sempre secondo l’operatore della Comunità di Sant’Egidio, la realizzazione di questo kit, come molta altra paccottiglia di souvenir giubilari, avrebbe impegnato e impegna ancora, direttamente o indirettamente, addirittura società cinesi dai buoni prezzi, a riprova quanto universalmente gli affari non abbiano frontiere e, soprattutto, “aurum non olet”.

Però, possiamo consolarci: il cibo confezionato delle lunch box, disprezzato e abbandonato dai giovani, è stato recuperato, spesso dai rifiuti, e sarà distribuito ai poveri di Roma, in fondo per gli ultimi del mondo basta anche soltanto una falsa carità.

Franco D’Emilio

L'autore

Franco D'Emilio
Franco D'Emilio

Origini toscane, ma forlivese d’adozione dal 1986, per 38 anni funzionario scientifico del Ministero della cultura nel settore degli archivi, biblioteche e dei beni artistici, storici. Curatore di numerose mostre storico-documentarie d’iniziativa pubblica e/o privata. Autore di pubblicazioni prevalentemente sulla storia italiana contemporanea. Collaboratore di testate giornalistiche ed agenzie di stampa, locali o nazionali.

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