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La commissione revocata

Di Roberto Balzani Leggilo in 2 minuti
Aggiornato: 17 agosto 2025
La commissione revocata

La notizia della revoca del comitato consultivo del ministero della Salute, disposta dal ministro Schillaci per la presenza di esperti ritenuti vicini ai no vax, ha indispettito la premier, FdI e una parte della Lega. Non credo per ragioni specifiche, ma per un motivo più generale: in democrazia, tutte le opinioni hanno diritto di tribuna. Questa visione integralista della democrazia, propria anche del M5S, si basa su una semplice idea, di senso comune: il primato assoluto del suffragio in qualsiasi campo. Mi hanno votato, quindi…

Ma come sarebbe assurdo inserire in una commissione che si occupa di satelliti degli esperti terrapiattisti, così esistono ambiti in cui non è l’opinione, ma la competenza scientifica o l’esperienza acquisita, o la conoscenza profonda di regole e norme, a qualificare i pareri.

La tutela di questi ambiti è vitale in ogni nazione moderna per non regredire rapidamente. Perché si può tornare facilmente indietro. Basti osservare che cosa ha prodotto l’assenza di competenze diplomatiche americane ad Anchorage, pochi giorni fa, di fronte alla consolidata tradizione di politica estera del Cremlino.

Teniamoci quindi stretto il suffragio universale, per carità: ma difendiamo anche gli spazi autonomi dei saperi. Che non sono necessariamente targati politicamente, ma di cui i politici hanno un’istintiva paura per una semplice ragione: l’indipendenza.

Roberto Balzani

L'autore

Roberto Balzani
Roberto Balzani

Roberto Balzani, nato a Forlì il 21 agosto 1961, è uno storico, saggista e politico italiano. È professore ordinario di storia contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Università degli Studi di Bologna. È stato sindaco di Forlì, dal 2009 al 2014 è professore ordinario di Storia contemporanea alla Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna), della quale è stato preside fra il 2008 e il 2009. Ricercatore in Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze dal 1992, è divenuto poi professore associato alla Facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna e quindi professore ordinario. Fra i suoi interessi più recenti, la storia del regionalismo e del patrimonio culturale, cui ha dedicato diversi saggi, collaborando alle iniziative promosse alla Scuola Normale Superiore di Pisa da Salvatore Settis. Fra il 1992 e il 1996 ha fatto parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione “Spadolini – Nuova Antologia” di Firenze. E’ stato a lungo componente del consiglio direttivo della Società di Studi Romagnoli, dell’Istituzione Biblioteca Malatestiana di Cesena e dell’Ibc Emilia-Romagna. Fra le principali pubblicazioni da menzionare la ricostruzione del regionalismo culturale romagnolo fra ‘800 e ‘900 (La Romagna, Bologna, 2001, ristampata con un nuovo capitolo nel 2012); inoltre, la sintesi Storia del mondo contemporaneo, Milano, 2003 (con Alberto De Bernardi), la ricerca di storia dei beni culturali Per le antichità e le belle arti. La legge n. 364 del 20 giugno 1909 e l’Italia giolittiana (Bologna, 2003) e la cura dei Discorsi parlamentari di Carducci (Bologna, 2004). Con Angelo Varni è curatore de La Romagna nel Risorgimento (Roma-Bari, 2012). Alla sua esperienza di amministratore è dedicato il pamphlet: "Cinque anni di solitudine. Memorie inutili di un sindaco" (Bologna, 2012). E’ autore di diversi manuali di storia per le Scuole medie e i Licei.

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