Stamani, me lo sono trovato di nuovo sulla prima pagina della cronaca locale con parole profetiche quanto l’ovvietà che l’acqua risulti sempre bagnata: “Non sono convinto delle politiche della giunta” e, poco sotto, “Consegnano la città al centrosinistra”. Insomma, la solita solfa, il solito tormentone di Mezzacapo che batte i piedi e frigna perché in astinenza del suo posto a tavola nella giunta Zattini. Alla fine, Daniele Mezzacapo è veramente soltanto insopportabile, direi noioso nell’assillo che procura al quieto vivere altrui.
Peggio di una zanzara: quando nessuno lo considera e, ancora di più, nessuno sente la mancanza del minimo carisma della sua figura e del suo verbo, ecco, allora, che fastidiosamente si fa vivo con il suo, ormai piccolo, ronzio politico alle orecchie dei forlivesi, meritevoli di sonnecchiare fuori dalla mediocrità dell’odierna politica cittadina. Con le zanzare basta una ciabattata o un buon insetticida al piretro per defungerle, con Daniele Mezzacapo, invece, non servono neppure i disinfestanti, insiste, eroico resistente o resiliente, scelga il lettore, sugli zebedei altrui.
Il nostro protagonista leghista, non so quanto tuttora celodurista, è dunque vero e proprio, irriducibile stalker della politica forlivese, dimentico con tanta faccia tosta quanto la sua presenza fregnona abbia nuociuto e nuoccia all’attuale maggioranza di centrodestra, pure aprendo all’eventuale possibilità di una futura giunta di centrosinistra. Per favore, illustrissimo avvocato Mezzacapo, ca nisciuno è fesso, ci risparmi l’ennesima farsa, abbiamo già tollerato la sua sceneggiata al momento della composizione dell’attuale giunta. Sull’eventualità che, poi, torni a vincere il centrosinistra, ci rifletta bene: chi è colpa del suo male, pianga se stesso.
Si accontenti delle ospitate, così si chiamano nel mondo giornalistico e dello spettacolo gli spazi concessi alle vecchie glorie, appunto come la sua di stamani sui giornali locali a far da tappabuchi alla carenza ferragostana di notizie rilevanti. Chiudo, non voglio impegnarla troppo nella lettura delle mie modeste, forse per lei moleste parole, richiamando il punto della sua intervista dove sul proprio deplorevole assenteismo dal Consiglio Comunale ha spudoratamente dichiarato “…a mio avviso non ha senso presentarsi tra i banchi d’assise e votare nel momento in cui sono venute meno le visioni condivise e non c’è continuità con il documento programmatico del centrodestra”.
Dunque, anche lei capace di visioni, dunque emulo di Gianfranco Brunelli, gran ciambellano delle mostre al San Domenico, unico però con capacità visionaria certificata da imprimatur del sindaco Zattini? Il suo assenteismo dal Consiglio comunale e dagli stessi suoi elettori è solo vergognoso, davvero un pessimo esempio per i giovani forlivesi. Tutto il resto solo fregnacce.
Franco D’Emilio