Leggilo in 4 minuti
Siamo tutti solari fotovoltaici rinnovabili?

Fateci caso, più o meno siamo diventati tutti solari e ci piace sentirci circondati dalla solarità del paesaggio, dalla solarità di quanto sia intorno a noi e ci accolga. Amiamo definire e sentir definire solare la nostra persona; cerchiamo solarità nella persona altrui. Tutto questo, naturalmente, sussistendo in noi e negli altri quella serenità, quella radiosità, quell’ottimismo, requisiti essenziali per dire che una persona sia davvero solare, emanante gioia, positività e calore, proprio alla maniera del benefico sole.
Vogliamo sentirci solari, anche nel senso di nutrirci e scoprirci energeticamente rinnovabili con la luce, dunque siamo eliotropici e fotosensibili, in sintesi, perché no, fotovoltaici, appunto come sinonimi di solari. Però, come spesso accade, si esagera anche nell’uso, sempre più diffuso e trendy, del termine “solare”, addirittura sino all’abuso, cadendo persino nel ridicolo, nel grottesco. Al riguardo, fateci caso, intanto anticipo io un esempio amaramente significativo, poiché veramente fuori luogo e doloroso, tra i tanti esempi possibili.
Nelle dichiarazioni alla TV, al solito di chi la conosceva, spesso la donna, vittima dell’ennesimo, purtroppo non ultimo femminicidio, è ricordata come persona solare e con tanta voglia di vivere; di contro, molto assurdamente, pure l’assassino femminicida è detto, a volte, “uomo garbato, allegro, di simpatica solarità, chi l’avrebbe mai pensato capace di tanto!”. Quindi, un terribile interrogativo: solare la vittima come il suo omicida, solare il bene al pari del male, angeliche o demoniache le possibili sembianze della solarità umana?
Non sempre la solarità delle persone ha un riscontro oggettivo, probatorio: il più delle volte viene attribuita sotto la spinta soggettiva di simpatia, affinità e capacità di reciproca intesa, per questo in modo infondato e sfacciato, anche dentro un ambito riprovevole, si può arrivare a dire solare una persona malvagia. Al riguardo, ricordo come al funerale del capostipite di una nota famiglia criminale romana, incrocio di condotta mafiosa ed usura zingara, i parenti con tanta sfacciataggine non esitarono a definire “buono e santo, generoso e solare” il loro defunto, aggiungendo l’inesorabile “solo falsità contro di lui, mai fare del bene”.
Ormai, tutto e tutti siamo solari. Solari i defunti, tranne per gli eredi delusi, “mannaggia chi te muort!”. Solari tutti i bambini e figli piccoli, tanto più per il consolidato detto partenopeo che “ogni scarafone è bello ‘a mamma soja”. Sempre solari i giovani e le giovani, mai i vecchi. Solari le spose e gli sposi, ancora ignari del salto nel possibile grigiore coniugale; altrettanto solari i divorziati e le divorziate, increduli di essere nuovamente single. Solari i maturi e i laureati, anche col minimo dei voti, finalmente in mano un titolo, cartaceo ascensore sociale.
Solo la politica, locale e nazionale, non è mai solare perché, senza riuscirci, gioca ad essere seria, fingendo di risolvere i problemi. Provate a scorrere le immagini di una qualunque seduta del Consiglio Comunale di Forlì, vedrete solo tanto grigiore, mezzi sorrisi di circostanza, soprattutto presenze inquiete o inquietanti oppure accigliate od obese, segretamente consapevoli di aver vinto un terno al lotto con i votucci dei forlivesi. Rari, comunque, i casi di solarità, provata da almeno due concordi testimonianze della sua reale effettività, consistenza.
Uno di questi casi ho avuto la fortuna di viverlo ieri, villeggiante sulle rive ioniche della Magna Grecia, della sua Scuola Pitagorica e, poi, della leva d’Archimede per sollevare il mondo. Lo spunto da un aitante giovanotto, tra i venti e i venticinque anni, che, ormoni a palla, commentava con un pari amico l’esuberante lato b di una giovane, avvenente bagnante: “Bello, luminoso e tondo come il sole!” Ecco, di nuovo il tema della solarità, questa volta “a posteriori”, per dirla a stento filosoficamente.
Sollecitato da tanta entusiastica conclusione, ho a mia volta verificato e concordato sulla verità di quella ottimistica solarità: alto, perfetto cerchio giottesco, superbamente contrastante la legge di gravità in un mondo dove tutto va anticipatamente in rovina e rotola via. Niente da obiettare, lato b davvero solare e capace di infondere ottimismo oltre le angustie quotidiane. Per l’aitante giovanotto una solare prospettiva a lungo termine, per me, saggio anziano, soltanto un altrettanto solare e piacevole “amarcord”.
Franco D’Emilio