statistiche siti
4live Logo 4live Logo

Leggilo in 4 minuti

Massimo Bulbi il “mortadellina” di Roncofreddo

img of Massimo Bulbi il “mortadellina” di Roncofreddo
Ultimo aggiornamento:

Incredibile, per lui ancora un posticino di tutto rispetto nel nuovo Consiglio d’Amministrazione di Acer Forlì-Cesena, addirittura nelle vesti di vicepresidente. Nelle sue mani il futuro dell’edilizia residenziale pubblica e delle politiche abitative nella Romagna forlivese. Massimo Bulbi da Roncofreddo è veramente vecchio arnese, collaudato e in perenne riciclo, della politica romagnola, perché no, grimaldello avvezzo ad aprire l’uscio di tante stanze del potere locale, pur di sedersi su uno scranno o dietro una scrivania, ben consapevole di aver beneficiato di opportunità e incarichi, ben oltre le aspettative nelle sue effettive possibilità.

Chi l’avrebbe mai detto! D’altro canto, il nostro protagonista è provetto geometra, dunque abile nelle misure, nell’estimo delle case e dei terreni migliori della politica, soprattutto nella cura del suo orticello. Quest’ultimo un fertile fazzoletto di terra, coerentemente col proprio cognome coltivato solo a cipolle e ad aglio ovvero bulbi germoglianti sottoterra, però ortaggi indiscutibilmente utili all’immancabile soffritto, base di tanti sughi e ragù per piatti gustosi, abbondanti, pure della gastronomia politica. In questo ruolo da soffriggitore di soffritto Massimo Bulbi si mostra solo apparentemente politico modesto e frugale, defilato, se non sotterraneo, al pari dei suoi agli e delle sue cipolle, perché in realtà, sotto sotto, a vantaggio suo e di quello dei suoi sodali politici, oltreché di qualche suo mentore, egli si è sempre rivelato e si rivela prezioso, insostituibile e invasivo insaporitore di tante portate, diversamente magre e sciape. D’altronde, Bulbi non manca affatto del physique du role di chi apprezza la buona tavola imbandita, un boccone dietro l’altro, qualunque siano la natura delle succulente vivande e dei commensali al tavolo.

Da sempre vicino al prof. Romano Prodi, ex democristiano, fondatore della coalizione dell’Ulivo e già presidente del Consiglio dei Ministri, il nostro geometra del soffritto pare, quasi per spontanea transizione, averne assorbito il garbo piacione e pacioso da simpaticone che tutti vorrebbero avere come amico o, nel caso di Bulbi, come padre politico. E poiché, da tempo, per la sua spiccata emilianità e per una fortunata parodia della sua persona, ad opera del comico Corrado Guzzanti nel 2011, Romano Prodi è detto Signor Mortadella, come pure lo definì Oriana Fallaci in una lettera del 2004, è fatale concludere come Massimo Bulbi stia a Prodi come una mortadellina romagnola di Roncofreddo sta ad un’iconica mortadella IGP di Bologna, appunto la vera “bologna”.

Quindi, Bulbi soltanto mortadellina succedanea di Prodi, che, comunque, nel sapore rimanda alla longeva, collaudata e mai abbandonata gestione del potere secondo la tecnica della trascorsa Democrazia Cristiana. Egli stesso nella DC sino al 1994, passando poi nei Cristiano Sociali sino al 1995, nel Partito Popolare Italiano sino al 2002, nella Margherita sino al 2007, per approdare, chiediamoci pure per quanto tempo, al Partito Democratico: insomma, un perfetto e mutevole ex democristiano, abilmente sopravvissuto allo scioglimento e alla patetica diaspora del partito dello scudo crociato. Un cattolico più che double face e multitasking ossia capace di stare ovunque ci sia potere: in ordine cronologico, presidente della Provincia di Forlì-Cesena, dunque sindaco di Roncofreddo, consigliere della Regione Emilia-Romagna.

Inoltre, tomo tomo, dal 2000 al 2001, davvero colpo gobbo per un “geometrino”, nominato componente della segreteria tecnica (?!) di Enrico Letta, allora ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato; e, ancora, dal 2001 al 2004 segretario generale della Confartigianato della regione Campania. Mai che di Massimo Bulbi si ricordi qualcosa che possa annoverarlo come fine mente politica: è solamente un abile protagonista politico di seconda fila, sempre al posto giusto, ancora di più capace di restare al posto assegnatogli, consapevole quanto, anche in politica, una carriera da gregario sia preferibile a quella più incerta da campione.

Adesso, come vicepresidente Acer di Forlì-Cesena, in quota alla sinistra, Bulbi farà pendant con l’arch. Emanuele Ciani, nominato presidente dello stesso ente e in quota centrodestra, le cui prime, sconfortanti dichiarazioni paiono improntate all’idea di non sapere una cippa cosa e come fare. Che dire, questa è la dabbenaggine di talune scelte in Romagna: dabbenaggine che assicura futuro solo a vecchi arnesi della politica locale, offende sempre e soltanto i cittadini, ma ancora di più tradisce le attese di tanti nostri giovani preparati e attenti, unica risorsa certa di un domani diverso e innovativo.

Franco D’Emilio