Martedì 5 agosto prenderà il via la rassegna “APProfonDire 2025 – Conversazioni con… autori e temi“, giunta alla terza edizione. Saranno otto appuntamenti che si svolgeranno, a partire dalle ore 20,45, nell’anfiteatro del parco di via Dragoni (Forlì) e si snoderanno lungo l’arco di quattro settimane, esclusa quella ferragostana, ogni martedì e giovedì fino al 4 settembre. La rassegna spazia dal campo dell’arte alla comunicazione, dalla poesia alla narrativa e alla ricerca, proponendo autrici e autori coadiuvati da lettori e conduttori che svilupperanno il tema proposto nell’incontro stimolando un rapporto di interesse e approfondimento con il pubblico.
La rassegna nasce e si inserisce in un contesto di fruizione e valorizzazione di uno spazio pubblico, l’anfiteatro, di particolare pregio naturale per la sua posizione al centro di una rigogliosa e protetta area verde, la cui facilità e continuità di frequentazione favorisce incontri, relazioni e stimoli sempre nuovi. Il programma degli appuntamenti prevede per martedì 5 agosto, per il tema “Incontro d’arte forlivese”, la presentazione del libro “Il mio Canova. I capolavori di Forlì” di Marco Vallicelli, GrafiKamente Edizioni, 2024. Insieme all’autore, noto e apprezzato storico dell’arte, interverranno Alvaro Lucchi, artista e studioso, e Gigi Mattarelli, editore.
A ridosso del bicentenario della morte (13 ottobre 1822) di Antonio Canova, ultimo grande artista di ‘respiro europeo’, l’autore ha ritenuto moralmente doveroso ricordare ed approfondire i numerosi, intensi e significativi rapporti, che hanno consegnato alla città di Forlì capolavori sicuramente rimarchevoli della straordinaria attività del Maestro di Possagno. Certamente importanti e centrali nell’intero catalogo di opere canoviane sono l’Ebe, la Danzatrice con il dito al mento, il Monumento funebre a Domenico Manzoni. Al di là dell’indubbio valore storico-artistico, analizzato nella sua ampiezza da Vallicelli, quelle meraviglie plastiche portano con sé il fascino aggiunto, per ognuna di esse, di peculiarità realizzative, di curiosità non considerate e di destini misteriosi ed intriganti fino al giallo internazionale.
Giovedì 7 agosto, il poeta e ricercatore Gianfranco Miro Gori di San Mauro Pascoli presenterà sua ultima raccolta di poesie “Arneunz e Zanzai – Rinunce e brandelli”, Pazzini Editore, 2024, insieme a Ludovico Zanetti, presidente Anpi Forlì, e Piergiuseppe Bertaccini (Sgabanaza ) in qualità di lettore. Nel volume sono raccolti inediti, dalle esclamazioni popolari all’omicidio di Ruggero Pascoli, dal Covid ad una partitura teatrale, scritti in dialetto così come sono accaduti.
Nel titolo del libro, precisa l’autore, compaiono due parole prese direttamente dal lessico sammaurese e, nel significato preciso in cui le uso, non hanno riscontro in altre parlate romagnole. ‘Arnéunz’ indica una rinuncia ma, per come lo intendo io, vuol dire un vestito usato che qualcuno passa a un altro. E “zanzai” per me significa brandelli. Dal che si potrebbe pensare all’uso, da parte mia, di un idioletto, ma in realtà volevo intendere uno sprofondamento totale nelle radici per riemergerne con più forza. Arretrare per meglio saltare, insomma. Nello stesso tempo, e più o meno con analogo intento, ho inteso ricollegarmi alla lunga tradizione dialettale che adotta titoli indicanti cose minime, io stesso ho intitolato la mia prima raccolta “Strafócc” (Cianfrusaglie) e la seconda “Gnént” (Niente).
Martedì 19 agosto verrà affrontato il tema della figura leggendaria del compatrono di Forlì con Mirko Traversari, bioantropologo, autore del volume “San Mercuriale tra storia e scienza”, In Edit Edizioni, e lo storico Sergio Spada. Nel libro sono riportati i risultati delle analisi sui resti di San Mercuriale, condotte dallo stesso Traversari, eseguite con le più recenti metodologie, dalle quali sono emersi importanti dati che in parte forniscono una conferma scientifica ad alcuni degli elementi tramandati dalle scarne fonti postume sulla sua vita e sul suo operato, in parte permettono di gettare nuova luce su questioni controverse dibattute da tempo, come il periodo storico in cui è vissuto il santo, da dove proveniva, come si nutriva.
Giovedì 21 agosto il tema che verrà trattato sarà “La folle mente” con Matteo Banzola, storico della psichiatria, e Stefano Cavallini, operatore sanitario e scrittore, i quali attraverso le ricerche e le storie raccolte mettono in luce le condizioni sociali, politiche ed umane dei luoghi di cura delle malattie mentali.
Matteo Banzola (Imola) è autore del libro “Il manicomio modello. Il caso imolese”. Scritto dopo aver effettuato una lunga e complessa ricerca archivistica, il lavoro fa luce su una vicenda fondamentale per la storia della città di Imola: quella legata alla nascita e allo sviluppo delle strutture destinate ad ospitare e curare le malattie mentali.
Stefano Cavallini (Imola) ha pubblicato il libro “La regina dei pidocchi. Vite di donne nei manicomi di Imola dal 1909 al 1948”, Thèodolite Editore, 2024, in cui si racconta storie di donne ricoverate nei manicomi di Imola dal 1909 al 1948. L’autore, studiando le loro cartelle cliniche, racconta le vicende della detenzione e cura di alcune pazienti, scegliendo i casi più emblematici.
Martedì 26 agosto la ravennate Loretta Merenda, artista, docente universitaria e ricercatrice, e Laura Giunchi, operatrice culturale, in qualità di lettrice, saranno le protagoniste di una serata dedicata alla “Vita coniugale in rima” a partire dal libro “Ninne Nanne perfide”. Il volume contiene 136 brevissime composizioni di Loretta Merenda nate “dal piacere di trasformare le contrarietà in divertimento, in dispositivi per mettere in moto la creatività e sdrammatizzare o convertire in piccole rivincite – come trovare la parola giusta, il ritmo esatto, la rima – anche le banali, accettabili ostilità della vita coniugale che galleggiano abnormi e ostinate sui dormiveglia delle notti insonni o agitate”.
Giovedì 28 agosto Valentina Galli, scrittrice di Pennabilli, docente e sceneggiatrice, presenterà il suo libro “Il colore dei papaveri”, Scatole parlanti Editore, insieme a Gianfranco Miro Gori, poeta e ricercatore. Il romanzo, ambientato negli anni Quaranta, che darà la possibilità di parlare di Resistenza e scelte, ha come protagonista Dina, una giovane ragazza che abita in un piccolo borgo di montagna sovrastato da due maestosi promontori che tutti chiamano “i Sassi”. Qui vive con la madre, l’amata e bellissima sorella Marietta e la nonna Linda, custode dei segreti e delle usanze antiche. Un giorno la realtà tranquilla e serena di Dina è sconvolta dall’arrivo della guerra. I confini del borgo sicuro e familiare, che per lei rappresentavano tutto, sono investiti da un turbine di odio e violenza che la portano a capire che le persone non sono quello che sembrano, che la realtà non è sempre classificabile, definibile e priva di sfumature, che gli eventi non sempre dipendono dalla volontà personale, ma le nostre scelte sì.
Il mese di settembre vedrà come protagonisti di APProfonDire 2025 i giornalisti Salvatore Giannella e Benedetta Cicognani. Il primo sarà presente all’anfiteatro del parco di via Dragoni martedì 2 e ricorderà “Un maestro di vita” come Tonino Guerra, presentando un libro di prossima pubblicazione dal titolo “Metti una sera a cena. Sei lezioni romagnole di Tonino Guerra”.
L’ultimo appuntamento della rassegna, in programma per giovedì 4 settembre, consentirà di disquisire su “Comunicazione e bon ton” a partire dal libro “Onorevole parolaccia”, scritto dalla giornalista riminese Benedetta Cicognani che per l’occasione dialogherà con il giornalista Matteo Bondi. Nel volume, edito da Franco Angeli, ci si chiede: com’è stato possibile che il turpiloquio sia diventato prassi comune nel linguaggio politico? E ancora: perché i maggiori protagonisti delle istituzioni hanno cominciato a sproloquiare in maniera sistematica e a usare l’insulto a mo’ di clava contro gli avversari anziché ricorrere a perifrasi più educate? Attraverso aneddoti, gag e riferimenti storici che vanno dallo scandalo di Mani Pulite alla diffusione dei social media, il libro esplora e indaga l’evoluzione della comunicazione ingiuriosa nel discorso pubblico, soffermandosi sul volto meno bon ton del vocabolario: le parolacce.
Gli incontri a partecipazione libera si tengono alle ore 20,45 nell’anfiteatro del Parco di via Dragoni a Forlì o, in caso di pioggia, nella sala parrocchiale di San Paolo in via Pistocchi 12.