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A Predappio memoria storica tra copia-incolla e cartone

Quest’anno Predappio celebra il centenario di fondazione del suo insediamento a valle su iniziativa del governo fascista e, al riguardo, l’attuale Amministrazione di centrodestra si è prodigata al meglio della sua ruffiana compiacenza e della sua pochezza propositiva, ricorrendo sia alla copertura di qualche professorone pensionato di sinistra sia alla collaborazione dell’associazione culturale Atrium, parimenti di ostinata impronta antifascista di sinistra. Così, da questo inciucio culturale tra destra e sinistra è innanzitutto nata, al solito negli spazi angusti, ma sacrali di Casa Mussolini, la mostra “Predappio 100, gli anni della fondazione: 1925-1929”, dignitosa nel suo pedissequo copia e incolla dai soliti testi, ormai noiosamente risaputi.
Adesso, altro giro altra corsa celebrativa, la giunta predappiese di centrodestra ha messo in cantiere una seconda iniziativa, puntando decisamente sull’originalità di una proposta molto inopportuna, discutibile e pretestuosa, soprattutto tanto platealmente inutile a celebrare la memoria storica centenaria di Predappio Nuova. Dal trito copia-incolla, senza gloria e senza infamia, di un’ordinaria “mostrina” celebrativa si passa, proprio nel corso di questa settimana sino a domenica pomeriggio, all’originalità, da intendersi come singolarità o, ancora di più, bizzarria, se non stravaganza di un progetto artistico, solamente futile e, per questo, incapace di una piena contestualizzazione nella celebrazione in questione. In sintesi, si tratta di coinvolgere la comunità, predappiese e non, nella realizzazione in piazza Garibaldi, ex piazza dei Viveri, di una struttura monumentale, interamente in cartone, ispirata ad elementi architettonici, storici di Predappio.
Struttura effimera ovvero caduca, di breve durata perché destinata ad essere distrutta, appunto la prossima domenica pomeriggio. Un monumento di cartone, suddiviso in varie parti, poi assemblate esclusivamente con corde, nastro adesivo e forza di braccia: ancora un mistero il soggetto complessivo d’ispirazione, anche se le arcate di piazza Garibaldi sono accreditate come probabile elemento ispiratore dell’artista, ideatore di questo progetto, il francese Olivier Grossetete.
Intendiamoci, non discuto il valore artistico delle costruzioni e installazioni monumentali in cartone di questo notissimo protagonista d’oltralpe, al quale vanno riconosciute sicuramente indiscutibili creatività, fantasia e genialità, ma critico la scelta della committente, quindi della giunta predappiese di centrodestra, di commissionare a tanto sublime artista del cartone e del cartonato un’opera che possa dare insolito spessore celebrativo, appunto quello del cartone, al centenario cittadino.
Una scelta fuori luogo perché dà solo temporaneità e marginalità, niente affatto continuità e centralità alla memoria storica celebrativa del centenario predappiese: in futuro, si ricorderà, infatti, come, ricorrendo quel fatidico secolo, la maldestramente geniale destra predappiese facesse costruire e distruggere una costruzione in cartone con la partecipazione dei cittadini accorsi, questo quasi metafora quanto fragile, come il cartone, fosse stata pure ogni realizzazione del Fascismo.
Eppure, la Predappio del Ventennio resta salda in piedi con le sue pietre e i suoi mattoni, in barba all’attuale giunta che propone l’effimero cartonato per stupire, soprattutto per fuggire dal fallimento di non sapersi far valere nel recupero e nella tutela del patrimonio culturale cittadino, cosi risulta dalla miserevole vicenda della gestione contradditoria del restauro della ex Casa del Fascio negli ultimi sei anni di imperante centrodestra.
Il centrodestra predappiese strombazza ai quattro venti di sostenere questo progetto cartonato per diffondere “un’esperienza culturale e artistica al di fuori dei canonici luoghi deputati” e per promuovere l’inclusione, al contrario credo che lo sostenga, non sapendo gestire con fermezza la memoria storica della propria città e volendo distogliere l’attenzione sui propri limiti. Un pericolo, però, davvero incombe sulla giunta predappiese, committente di tanta opera dell’artista francese: dal cartone alla comicità dei cartoni animati il passo è breve!
Franco D’Emilio