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Wwf: «Le piste ciclabili a Forlì»

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Da oltre vent’anni l’Istat certifica che più del 73% degli incidenti avviene nei centri urbani. Il motivo è che lì c’è la maggiore interferenza tra i vari utenti della strada con massa e velocità differenti. Lo stesso Istat certifica anche che le categorie che hanno registrato i decrementi meno consistenti nel tempo in termini di mortalità sono quelle dei motociclisti, dei ciclisti e dei pedoni, mentre gli automobilisti hanno ottenuto i maggiori guadagni in termini di riduzione della mortalità. «Molto è stato fatto per la sicurezza di chi sta all’interno del veicolo a motore (cinture, airbag, ABS) e molto può essere ancora fatto (come il meccanismo che si attiva ogni volta che il veicolo supera il limite di velocità consentito, il meccanismo avanzato di frenata di emergenza). Molto meno, invece, è stato realizzato per la sicurezza di chi sta fuori ed è vittima dell’impatto. Per far questo è necessario migliorare le infrastrutture per la ciclabilità e la pedonalità. Aumentare il senso di sicurezza per i ciclisti porterà ad un aumento del numero degli stessi. “Più sicuri, più ciclisti” non è uno slogan, ma un dato di fatto in altri Paesi europei» si legge in una nota del Wwf Forlì-Cesena.

«Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste fa presente che è esattamente ciò che sta facendo il Comune di Forlì proseguendo nello sviluppo del Biciplan con la realizzazione di nuove piste ciclabili in sede propria (2,5 m per quelle a doppio senso, come stabilito dal DM 557 del 1999) e, in generale, di percorsi ciclabili. Tutto questo è stato realizzato garantendo le dimensioni richieste dalla normativa per le corsie dei mezzi a motore (3,5 m per strade urbane di scorrimento come sono, per esempio, viale Italia e viale Salinatore). Si deve anche evidenziare che nelle due rotonde in viale Italia finalmente è stato previsto anche per i ciclisti e i pedoni un percorso protetto. Il Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030 prevede anche un forte investimento sulla cultura della sicurezza, a partire dalla scuola, allo scopo di ridurre al minimo i comportamenti sbagliati e aumentare il rispetto per gli altri, soprattutto per le diverse categorie esposte ad un maggior rischio, come i ciclisti (7% dei decessi totali), gli utenti dei nuovi strumenti di micromobilità e delle 2-Ruote a motore, i pedoni (16% dei decessi totali come da dati Istat del 2023), i bambini e gli anziani» conclude il Wwf.