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Voci che corrono a Forlì

Ieri, nella canicola romana, da fonti diverse, coincidenti però nella sostanza, mi hanno raggiunto alcuni “voci”, certo da prendersi con le pinze, però fatto sta, confermate in alcune mie sollecite telefonate. A Forlì nell’afosa pennicanza della politica le voci girano e, spesso, si sa, sono mosse da malumori, inquietudini, dissidi, quindi, indipendentemente dalla loro fondatezza, manifestano un malessere politico forlivese, particolare o complessivo.
Veniamo al sodo. Innanzitutto, si riferisce, anche con il dettaglio di nomi e circostanze, che a Forlì in Fratelli d’Italia pare sempre più incrinarsi “l’unità del partito per la gestione fortemente impositiva e intollerante di ogni contributo altrui”, riporto letteralmente l’appunto di una fonte, da parte dell’attuale domina, padrona senza se e senza ma del partito, l’onorevole Alice Buonguerrieri. Diversi gli scontenti, “siamo un partito in mano a mezzecalzette”, delusi da una gestione palesemente padronale, pure poco trasparente nella designazione o nel voto delle cariche interne. Tutto, poi, ingessato dall’intesa tra la stessa Buonguerrieri e, il deputato bolognese Galeazzo Bignami, uno dei fedeli e zelanti valvassini meloniani in Emilia-Romagna.
Altra voce quella di dimissioni dalla giunta, agitate o minacciate nei confronti di FdI dal vicesindaco Vincenzo Bongiorno, anche assessore alla cultura, espressione di rilevante voto cattolico, in particolare modo quello di Comunione e Liberazione. Il contrasto coinvolge l’interessato nei suoi rapporti sempre con l’on. Buonguerrieri: si parla di “collisioni” tra i due protagonisti, non esclusi taluni aspetti del lavoro amministrativo della giunta comunale. Se il contrasto restasse irrisolto, Bongiorno si dimetterebbe per “motivi personali” e sarebbe dirottato altrove, tanto per salvare capre e cavoli.
Stento, ma la cosa non mi addolorerebbe se avvenisse, a credere che Bongiorno getti la spugna sotto la gragnuola delle critiche al suo discusso modus operandi di assessore alla cultura o, magari, perda il fiato nell’ambizione di traguardare il cosiddetto miglio bianco. Ho contattato qualche gola profonda del mondo cattolico forlivese, anche di Comunione e Liberazione: sì, confermano, c’è odore di bruciato, ma Bongiorno non si tocca, perlomeno si difende!
Ultima voce corrente quella di un possibile rimpasto della giunta sotto pressione ricattatoria della Lega: pare in corso un confronto entro un certo notabilato politico, molto riservato, ma influente, solitamente in attento silenzio alla finestra. Cresce, infine, l’insofferenza di parte di FdI nei confronti della posizione sempre più autonomamente propositiva e critica di Forza Italia nell’ambito della coalizione del centrodestra forlivese. Ci sarebbe, poi, un’ultima voce, ma mi pare eccessiva, un botto: aspettiamo e vediamo cosa succede.
Franco D’Emilio