statistiche siti
4live Logo 4live Logo

Leggilo in 4 minuti

Sinistra sborona sulla pelle degli elettori

img of Sinistra sborona sulla pelle degli elettori
Ultimo aggiornamento:

Che sarebbe stato un grande, inevitabile fiasco era scontato sin dall’inizio e tanto più vergognosamente lo sapeva la sinistra che questo fiasco l’ha voluto, sostenuto per fini ideologici, propagandistici, anche di tragicomica faziosità. Con il flop dei referendum dell’8 e 9 giugno scorsi, da lei promossi, la sinistra italiana ha dimostrato tutta la sua inavvedutezza umana e politica, sempre immancabile in chiunque privo o deficiente di intelligenza e buonsenso.

La promozione pretestuosa, disonesta di ben cinque referendum si è risolta in un colossale bidone che ha irriso le attese di 14 milioni di elettori, ai quali ora restano in mano soltanto le schegge taglienti del fiasco rotto. La sinistra, per dirla alla romagnola, si e’ rivelata pateticamente “sborona” ovvero capace solamente a chiacchiere di vantare capacità e ragioni persuasive, ma, in realtà, senza alcun appeal concretamente convincente; sempre la stessa sinistra ha ribadito la propria disonestà di coinvolgere ed illudere milioni di elettori, strumentalizzandone la fiducia nella piena consapevolezza di non poterla corrispondere.

Inoltre, sì, 14 milioni di elettori all’ultimo voto referendario, pari a poco più il 30%, ma in loro, accanto ad una maggioranza di sinistra, vanno compresi pure quanti del centrodestra hanno ritenuto giusto partecipare alla consultazione. Eppure, la sinistra referendaria osa parlare di sua grossa affermazione elettorale, ben 12 milioni di voti, quindi superiore ai voti complessivi del centrodestra, ora al governo, alle politiche del ’22. Nel fiasco referendario l’assortita rive gauche italiana legge tra le righe quello che non c’è, confonde in una maionese impazzita la natura e le finalità diverse di una tornata referendaria con quella delle elezioni ordinarie, politiche o amministrative che siano. La verità e’ una sola: con gli ultimi referendum la sinistra ha tentato il colpo gobbo di mettere in difficoltà il centrodestra, ma le ha detto male; ha voluto ancora mostrare i denti, da troppo tempo inattivi senza più sedere al tavolo di governo, e l’ha buttata in una vergognosa caciara referendaria, in un volgare frappè di antifascismo, antimelonismo tout court e tanta ricerca di contrapposizione ideologica e politica.

La sconfitta lascia in bocca sempre infinito sapore amaro, ma la sinistra non si rassegna e ancora adesso finge di sentire vicina la sua riscossa, proprio con i 14 milioni di elettori agli ultimi referendum. Maurizio Landini, leader CGIL e promotore dell’infelice consultazione referendaria bocciata, si e’ precipitato in TV con la sfrontatezza di chi con la faccia pari al fondoschiena ed ha rassicurato che non si sarebbe dimesso, quasi fosse questo nelle immediate attese dei lavoratori italiani: Landini è colpevole di aver maggiormente incrinato l’unità sindacale, ha manifestato le sue ambizioni alla segreteria del PD, eppure continua ad avere la faccia tosta di proporsi avveduto alfiere dei lavoratori e dei loro diritti.

Dimissioni o no, i lavoratori si sono ora ancora più persuasi come con il cipputi Landini non si vada più da nessuna parte. I trascorsi referendum sono miseramente caduti nel loro intento abrogativo, però con essi si è abrogata la dignità politica della sinistra italiana che ha servito pure un inaspettato assist alla destra italiana, anch’essa, per carità, non di eccelsa qualità, ma nulla di meglio, al momento, è possibile in questo paese tanto politicamente claudicante. Meno male per la sinistra sta per sopraggiungere la stagione delle “Feste dell’Unità che non c’è più”: tra una tagliatella al ragù, una piadina ed una salamella, tutto innaffiato da rosso partigiano sui versi di Bella ciao, sarà sicuramente più facile per i compagni dimenticare il tonfo referendario e tornare a sognare un tempo che fu e non ritorna.

Franco D’Emilio