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Ronchi: «A 2 anni dalla scoperta dell’inquinamento delle falde dalla trielina ancora nessuna soluzione»

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«A fine marzo 2024 il Comune di Forlì ha emanato una ordinanza con la quale si vietava il prelievo dell’acqua dai pozzi in una vasta porzione di Carpena e del Ronco attorno all’aeroporto, a causa di un inquinamento molto elevato da trielina, da 45 a 100 volte superiori ai limiti di contaminazione. Anche i tecnici di Arpae dissero che si trattava di un problema molto serio, vista la compromissione delle falde. Nonostante i primi sospetti dell’inquinamento siano del 2023, l’ordinanza venne emessa solo il 27 marzo 2024. Già qui emerse l’inadeguatezza delle scelte del Comune: invece di avvisare immediatamente la popolazione del potenziale rischio, si scelse di attendere quasi un anno» sono le parole di Alessandro Ronchi di Europa Verde Verdi Forlì.

«Ad aggravare la situazione questo provvedimento urgente a tutela della salute pubblica venne data pubblicità dell’ordinanza solo il 2 aprile, nonostante la conferenza stampa del 29 marzo fatta assieme all’assessore all’ambiente. Già il maggio scorso, non appena resa pubblica l’informazione, esprimemmo come Verdi la proposta di cercare le risorse per procedere alla verifica della presenza di trielina in tutti i pozzi privati correttamente registrati. È passato un altro anno, Arpae ha chiuso il caso senza individuare la fonte dell’inquinamento, nonostante l’epicentro sia stato individuato al centro della zona artigianale di via Querzoli. Possibile che non esista un registro dell’uso di questo materiale e del suo smaltimento da parte delle imprese? Il sindaco e la giunta ritengono di aver fatto tutto il possibile? I cittadini si sentono sicuri? Ricordiamo che non sono coinvolti solo i residenti nei pressi dei pozzi, ma anche chi si sia trovato a consumare ortaggi irrigati con acque inquinate» insiste Ronchi.

«Siamo estremamente preoccupati dalla scarsissima priorità con la quale si è intervenuto e si sta intervenendo sul tema dell’inquinamento delle falde, visto il rischio sanitario che ne deriva per l’uomo e per gli animali. La salute per noi viene prima di tutto» conclude Alessandro Ronchi.