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Patti di collaborazione. PD: “Il Comune metta subito in campo misure e azioni per attivarli”

Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, in risposta ad un question time del Pd, è stato trattato il tema dei patti di collaborazione. Disciplinati da un apposito regolamento, i patti rappresentano preziose forme di collaborazione fra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani. Come tali permettono la concreta manifestazione della partecipazione delle persone alla vita della comunità e sono strumenti utili all’integrazione e alla condivisione. «Promuovere i patti di collaborazione dovrebbe quindi essere un obiettivo strategico per il Comune, visto che tramite i patti non solo si favorisce la coesione sociale della comunità ma è anche possibile, con costi esegui, migliorare la tutela dei beni comuni, garantire la cura dei luoghi e il presidio degli spazi, per esempio assicurando l’apertura, la chiusura e le piccole manutenzioni di parchi e giardini, l’animazione di spazi degradati e abbandonati, la pulizia e l’abbellimento di spazi comuni, il riuso temporaneo di edifici pubblici» si legge in una nota del Gruppo consiliare del Partito Democratico.
«La crescita dei patti permetterebbe inoltre di valorizzare l’impegno dei cittadini per il decoro della città. Se è indubbio che spetta al Comune reperire le risorse per rispondere alla situazione di grave trascuratezza del verde e al crescente abbandono di rifiuti, sono nondimeno numerose le persone che sarebbero pronte a mettere a disposizione un po’ del proprio tempo per provvedere a parchi e aree verdi di vicinato, realizzare iniziative di pulizia del proprio quartiere, e cosi via. Ci sarebbero dunque tutte le ragioni per aspettarsi un forte impegno dell’Amministrazione sia nel facilitare e agevolare la presentazione di proposte di patti da parte dei cittadini che nel promuovere direttamente bandi volti a sollecitare l’impegno dei forlivesi su questo o quel progetto di cura. Ben diversa è però la situazione emersa a seguito dell’interrogazione del nostro gruppo. Per quanto riguarda i patti di collaborazione che dovrebbero nascere da una sollecitazione diretta del Comune, sono anni che non ne vengono realizzati, visto che l’Amministrazione non pubblica bandi. Per quanto attiene le proposte di patti presentate direttamente dai cittadini, gli iter burocratici e i tempi lunghissimi di approvazione finiscono per scoraggiare la loro presentazione» continuano i Dem.
«Un ulteriore ostacolo deriva poi dall’esiguità delle risorse umane messe a disposizione dell’Ufficio competente per la partecipazione; nonostante le richieste di potenziamento presentate negli anni delle opposizioni, ancora oggi la predisposizione dei vari atti finalizzati alla sottoscrizione dei patti di collaborazione fa capo ad un ufficio composto da una sola dipendente, cui peraltro competono varie funzioni: centri sociali, registro libere forme associative, orti e, appunto, Patti di collaborazione. Ne deriva quindi un evidente sovraccarico di lavoro, anche tenuto conto che l’approvazione dei patti prevede diversi passaggi burocratici e amministrativi (non ultima la verifica del rispetto delle norme di sicurezza e la tutela assicurativa). Non stupisce così constatare che ad oggi sono ancora “fermi” in attesa di risposta patti di collaborazione presentati nel 2024 e nulla si sa circa i tempi della loro attivazione. Né suscita meraviglia il fatto che a Forlì i patti attivati si contino sulle dita di una mano o poco più, mentre in realtà vicine ad oggi si registrino numeri ben superiori: oltre 20 a Ravenna, una quarantina a Cesena» argomentano i consiglieri PD.
«Se nella sua replica anche l’assessore Bongiorno ha dovuto riconoscere l’evidente stallo della situazione, riteniamo tuttavia insufficiente, dopo 6 anni di Amministrazione Zattini, il suo generico impegno alla futura individuazione di percorsi per provare a risolvere alcune criticità. Chiediamo invece che l’Amministrazione metta in campo immediatamente tutte le misure e le azioni necessarie a rendere il prezioso strumento dei patti di collaborazione effettivamente accessibile e trasparente, a partire dall’assegnazione agli uffici competenti delle risorse umane e strumentali necessarie» concludono i Dem.