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La protesta. Nessuna tutela per gli autisti di Start-Romagna

Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un nostro lettore.
«Voglio portare a conoscenza all’opinione pubblica, oltreché ai “bravi dirigenti” e a tutti gli organi ed enti preposti, sperando di divenire ad una tangibile sensibilizzazione; non fatta solo di vane promesse che vanno poi a dissolversi dietro una scrivania, di come gli operatori d’esercizio autisti, dipendenti di Start-Romagna o comunque al servizio della stessa, siano ogni giorno costretti a lavorare in condizioni di totale insicurezza e precarietà sotto ogni punto di vista, lasciati a se stessi in balia di scherni, sopraffazioni, minacce, violenze e chi più ne ha metta da parte di molti utenti fruitori al servizio di TPL (trasporto pubblico locale), ad ogni minima osservazione o problema venga a verificarsi. Ultimo episodio spiacevole, la cui condizione è sempre più preoccupante poiché pane quotidiano, risale a venerdì 6 giugno, quando all’orario di partenza della linea 126 delle 13.33 destinazione Pinarella, ed altresì giorno di chiusura delle scuole, per fine anno scolastico l’autista si è trovata completamente accerchiata da un gruppo di passeggeri che si gettavano davanti al bus impedendole lo svolgimento del servizio e l’entrata in sicurezza nell’apposito box di partenza, insito in Piazzale Bandini a Forlì.
Tutto ciò a discapito della sua sicurezza, incolumità e salvaguardia della posizione professionale, pena il rischio non esiguo di investire qualcuno, con tutti i problemi non marginali di natura giudiziaria che ne derivano per i conducenti nel malaugurato caso; ma non è tutto dovendo giustamente la stessa aprire ambedue le porte del mezzo, per permettere la discesa dei passeggeri a bordo e nel rispetto del regolamento vigente; come già enunciato si è trovata accerchiata, la cui situazione diveniva per la stessa assolutamente incontrollabile, pur con tutta la sua buona volontà soprattutto posteriormente, ed il tutto malgrado condito dai più coloriti epiteti e scherni ai danni della donna, che seppur con estrema gentilezza, umanità, professionalità, ed il massimo scrupolo; condizioni dalla stessa osservate per abitudine, invitava la cessazione della salita a bordo vera l’anzitempo designata situazione.
Chiamata ripetutamente dall’autista mediante radio ufficiale, non appena le condizioni di cui sopra lo hanno reso possibile “in sicurezza” e comunque in un arco temporale molto breve al verificarsi dei fatti; alfine di rendere nota la totale insicurezza in cui veniva a dover operare ed a trovarsi, causa il sovraffollamento di detto autobus, la centrale operativa Start-Romagna, peraltro debitamente preposta e a tutela dei conducenti nella gestione delle situazioni di emergenza, la quale non dà mai nessun tempestivo o sostanziale riscontro se non quando va bene con un misero “ricevuto”, forse dopo estenuanti e ripetuti tentativi da parte dei poveri conducenti, che si tramuta poi quasi sempre in un nulla di fatto. Occorre maggiormente precisare che detta inadempienza in capo alla centrale stessa è frutto della quasi quotidianità.
Orbene a rigor del vero quindi per l’anzidetta centrale operativa e per la stessa Start-Romagna, la vita e la dignità degli autisti non valgono proprio nulla? Perché gli organi preposti essendo candidamente a conoscenza della chiusura scuole, in relazione a ciò nonché al periodo dell’anno in cui veniamo a trovarci, cui ne consegue inevitabilmente un riversamento verso il mare non hanno anticipatamente programmato per detta giornata ed in tale orario un bus di rinforzo? A cosa servono allora dette figure stanti alla centrale operativa, pagate con soldi pubblici, se poi anziché svolgere il loro ruolo si rivelano sempre ed immancabilmente “uccel di bosco”, scaricando ogni qualvolta ulteriori responsabilità sul groppone dei poveri autisti, già ampiamente gravati dalle medesime; vista la conduzione di un autobus da 12-18 metri con tutto quello che ciò viene a significare?
Pur nella speranza ciò non si verifichi mai, nel caso in cui i poveri autisti per improvviso malore o altro necessitino di soccorso immediato, la sopracitata centrale quando e come pensa di soccorrerli? Perché viste le tante persone ancora in forza entro Start-Romagna, ma non più abili alla guida per i più svariati motivi, anziché farle “platealmente riposare” entro il deposito, non le si impiega a bordo bus, a supporto dei colleghi operanti o comunque nei momenti e punti cruciali, con l’ausilio di maggiori forze dell’ordine anche in borghese se necessario garantendo così più sicurezza? Tutto quanto prodotto deriva da un vissuto in prima persona assieme ai conducenti e non un sentito dire, poiché lo scrivente risulta frequentatore giornaliero e conoscitore delle regole di TPL da oltre vent’anni.
Vorrei ricordare ai dirigenti che anche gli autisti sono persone come tutti e non oggetti, ed a ragion di ciò ne va tutelata senza pattuizione alcuna et in primis, la loro dignità e sicurezza sotto ogni profilo, che non diviene di certo l’attuale, facile poi manlevarsi come da consuetudine dagli uffici preposti, dicendo in questo caso: “Ah ma l’autista non doveva farli salire” e cosa avrebbe dovuto fare allora? Ecco uno dei principali motivi della tanta carenza di personale e dei tanti disservizi, che all’ordine del giorno e massivamente si verificano; l’assoluta e non adeguata tutela».