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Certi precedenti di capitali della cultura

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Ultimo aggiornamento:

Nel 2019 Matera è stata capitale europea della cultura assieme alla città bulgara di Plavdiv; per il 2026 sempre Matera è già stata designata capitale mediterranea della cultura e del dialogo. Praticamente un en plein! Entrambe le designazioni sono avvenute con l’intento di valorizzare la conoscenza del patrimonio, materiale e ideale, della cultura del territorio materano, ma nel caso di quella a capitale europea 2019 addirittura per la volontà delle istituzioni culturali, preposte alla scelta, di scuotere la città lucana, caratterizzata, così si legge nelle motivazioni espresse, “da un pubblico relativamente passivo nei confronti della cultura importata dalle grandi città”.

Oggi, a sei anni dalla trascorsa ebrezza di capitale europea della cultura e ad un anno dal prossimo titolo, altrettanto ambizioso, ma sicuramente inconsistente nei risultati, di capitale culturale mediterranea, il territorio di Matera rivela e conferma solo il pieno bluff di questa attribuzione posticcia del titolo di capitale. A Matera e sul suo territorio sono rimasti e restano insoluti gravi problemi di disservizio culturale, soprattutto di mancata promozione, tutela e valorizzazione del proprio patrimonio. Tutto questo a conferma come spesso tra il dire e il fare ci sia di mezzo tanto mare, quindi sia esclusivamente palese il pieno fallimento dell’azzardato conferimento del titolo di capitale alla città di Matera, in realtà rivelatasi e rimasta di fatto solo un borgo selvaggio e incolto.

Un esempio di questo bluff? Il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto: già scarsamente efficiente ed accogliente ai tempi di Matera caput europea e, adesso, da oltre due anni, chiuso miseramente al pubblico per lavori senza fine, nemmeno si riallestisse una sezione del parigino Louvre o del russo Ermitage di San Pietroburgo! Oltre due anni, davvero troppi, un’enormità per il territorio materano che d’estate vede le sue splendide spiagge popolarsi di turisti, pure sospinti da interessi culturali verso le località ospitanti. Dal 2019 ai nostri giorni a Matera è avvenuto, da sinistra verso destra, soltanto il passaggio politico del testimone di tanta inefficienza.

Un po’ la stessa cosa avvenuta a Firenze dove dopo oltre vent’anni dalla fase progettuale resta tuttora incompiuto il “Progetto Grandi Uffizi”. Che siano di destra o di sinistra i ministri della cultura e le amministrazioni territoriali interessate, resta purtroppo immutata la vergognosa, dilatoria politica culturale, nazionale e locale. Mi auguro che diverso sia il destino di Forlì, qualora capitale italiana della cultura 2028, come auspicato da un’incauta candidatura, tanto cieca su tanto disservizio, su tanto smembramento, su tanta progettazione “alla carlona” delle sue attuali attività culturali. Non voglio assolutamente che Forlì viva un anno da leonina capitale culturale per poi ritrovarsi delusa protagonista ovina di un grande bluff.

Franco D’Emilio