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Alla Fondazione Dino Zoli “Limes: frammenti di realtà” mostra di Alice Padovani

Venerdì 13 giugno alle ore 19,00, la Fondazione Dino Zoli inaugura “Limes: frammenti di realtà“, mostra personale di Alice Padovani, artista modenese vincitrice del “Premio Dino Zoli Textile”, in occasione dell’edizione 2023 di Arteam Cup, il concorso artistico nazionale promosso dall’Associazione Culturale Arteam, con consolidato supporto di Dino Zoli Group. Nel corso delle prime visite all’azienda tessile, nata nel 1972, è emerso immediatamente l’interesse dell’artista per le collezioni tessili per arredamento, prodotte e commercializzate nel corso di più di 50 anni di attività. Dal generoso archivio aziendale, composto di articoli entrati in collezione, campioni e studi, sono state estrapolate 1900 referenze affidate all’artista come un pezzo prezioso di memoria da elaborare.
Uno degli aspetti più affascinanti e ricorrenti nella poetica di Alice Padovani è la sua profonda esplorazione dell’idea di raccolta e conservazione come mezzi per sondare le memorie individuali e collettive. Questo impulso innato verso l’archiviazione va oltre il semplice accumulo di oggetti: è una manifestazione di un collezionismo ossessivo e metodico che trova la sua espressione nella pratica del recupero, della catalogazione e dell’ordinamento. Tali azioni si trasformano in veri e propri atti di memoria, in cui ogni oggetto diventa una testimonianza di un passato vissuto o di una storia da raccontare.
Nel contesto specifico della Dino Zoli Textile, questo concetto trova una dimensione particolarmente interessante. La sfida è stata quella di interfacciarsi con un vasto insieme di referenze, passate e presenti, che l’azienda ha saputo realizzare, e proporre al mercato, nel corso degli anni, sempre con un occhio di riguardo per l’ambiente, un’inclinazione all’innovazione tecnologica e di stile nel tessile contemporaneo. La DZT, oltre a servire il mercato interno, esporta con successo il suo Made in Italy in oltre 60 paesi fra i quali si distingue il Brasile, presidiato dalla partecipata Dino Zoli Brasil che quest’anno festeggia i 30 anni di attività. L’artista, immersa in questo processo, ha cercato di stabilire un sistema ordinato e rigoroso, conferendo all’opera d’arte la funzione di misura del passato, quasi come se fosse un’ideale bilancia tra ciò che è stato e ciò che si conserva.
Tuttavia, nel processo creativo di Alice Padovani, l’immaginazione ha un ruolo predominante rispetto al rigore scientifico. La sua pratica artistica si arricchisce di una serie di abbinamenti inaspettati e, in questo contesto, di accostamenti materici che sovvertono le aspettative tradizionali. La classificazione diventa così un’esperienza poetica ed emozionale, dove la logica dell’archivio si trasforma in un viaggio sensoriale, capace di evocare emozioni e riflessioni profonde. L’opera d’arte non è più solo un contenitore di memorie, diventa invece una porta aperta verso nuove interpretazioni e significati.
Alice Padovani. Laureata in Filosofia e in Arti visive, dopo aver lavorato per diversi anni nell’ambito del teatro contemporaneo, sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive, fiere d’arte e a ricevere numerosi premi e riconoscimenti a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni in Italia e all’estero, private e pubbliche. Attraversando differenti tecniche, materiali e linguaggi espressivi e con uno spirito classificatorio simile a quello neo-settecentesco, Padovani unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo scientifico. Passando attraverso installazioni, scultura, disegni e performance, nelle sue opere propone frammenti di una natura decontestualizzata e crea collezioni che sono, al contempo, cumuli e tracce, dove le memorie si fondono.