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A Forlì urgenti punturine al cervello

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Ultimo aggiornamento:

L’attuale dibattito politico forlivese è davvero arido, di piatto profilo, ormai ridotto alla frutta per la sua incapacità di dire, esprimere qualcosa di nuovo. Pochi giorni fa, tale pochezza è stata per l’ennesima volta confermata dall’intervento infelice dell’immancabile persona stupida, sempre in agguato a Forlì come altrove e in questo caso, pare, tra le fila della sinistra; persona che ha pensato di mandare, ancora di più, tutto in vacca: l’inettitudine del centrodestra forlivese a dire politicamente qualcosa di significativo, che valga la pena ascoltare, passa attraverso la figura dell’assessora Andrea Cintorino per talune punturine labiali, non so e non mi interessa con quale fondamento addebitatele, che inciderebbero sull’estetica del proprio ruolo a proferir parola e contenuti politici.

Apriti cielo! Subito dal centrodestra è volata l’accusa di body shaming, fra l’altro aggravata dal fatto di realizzarsi per colpa di una donna, se non militante sicuramente fiancheggiatrice del PD, contro un’altra donna, appunto Cintorino, subito celebrata vittima di sinistra violenza sulle donne da parte dell’illusoria sinistra locale, anch’essa tanto casarecciamente femminista, soprattutto a senso unico e quando nella sua convenienza politica. Credo che le eventuali punturine labiali di botulino dell’assessora Cintorino possano valere quanto ai fini del solito gossip nell’interesse di pochi stupidi, dunque poco o nulla.

A noi deve interessare che l’assessora assolva bene il suo incarico con risultati di vera utilità alla città, la sua estetica la lasciamo alle comari, ai voyeur, ai rosiconi della politichetta forlivese. Certo, al centrodestra e alla stessa assessora è stato incautamente servito un bell’assist, giusto per sviare un po’ l’attenzione dei forlivesi dall’evidente, persistente e maldestra incertezza della giunta Zattini e dall’opaco, defilato ruolo della Cintorino, per volere del sindaco Zattini nulla di più che ciambellana di corte e feste in piazza.

Ieri, ho saputo che un altro amico, pesantemente alluvionato, ha mandato a farsi fottere politica e politicanti forlivesi, ha venduto casa a Forlì e raggiunto il figlio ingegnere a Verona: che peccato, non ho potuto neppure chiedergli cosa pensasse di questa storia delle punturine labiali, ma non stento ad immaginare la sua colorita risposta. Punturine urgono innanzitutto al cervello della politica forlivese!

Franco D’Emilio