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Tavoletti: «Sul polo fieristico sinistra e destra hanno dormito sonni profondi»

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«I miei 78 anni mi consentono di considerare le tappe che hanno caratterizzato la storia della Fiera di Forlì. Sono certo che dai tempi della Primavera Romagnola che si svolgeva nell’attuale complesso che ospita la statua di Icaro e il Museo dell’Aviazione fino ai campi da Tennis del “Circolo Marconi”, grazie all’impulso delle prime giunte comunali di centrosinistra, Forlì era la prima città della Romagna ad avere una fiera dinamica grazie alla quale si potenziata l’economia di quei tempi. Molta acqua è passata sotto i nostri ponti, ma a Forlì su impulso di varie amministrazioni molte Fiere di primo livello si sono ridotte rimanendo solo una fiera importante quella avicola. La prima amministrazione Rusticali dette impulso al nuovo polo fieristico con la costruzione di spazi adeguati al mantenimento di questa importante infrastruttura per la nostra economia» è l’analisi di Giovanni Tavoletti ex vicesindaco della Giunta Rusticali.

«Però la nostra fiera ha consentito di creare nuove costole nelle città limitrofe di Cesena e Rimini con la conseguenza che importanti manifestazioni fieristiche non si svolgessero più a Forlì. Le Amministrazioni successive di Forlì, per incapacità di pensare e programmare si sono distinte solo e purtroppo, con insufficiente cura degli edifici del polo fieristico voluto da coloro che guardavano lontano. Come si dice in dialetto romagnolo “siamo diventati dei garzoni” cioè abbiamo svenduto le principali e peculiari manifestazioni alle città vicine, che di nuovo ricordo sono figlie della generosità dei forlivesi. Dopo tutto ciò a qualcuno è venuto in mente di nominare un ex amministratore di Modigliana presidente della Fiera» evidenzia Tavoletti.

«Il risultato si è visto con l’immobilismo assoluto. Ogni programma fieristico su nuove manifestazioni di anno in anno vengono rinviate all’anno successivo. Si può constatare il vuoto pneumatico e il deficit economico della società. La fotografia della Camera di Commercio che minaccia di non partecipare più alla nostra società di gestione è reale anche se è la stessa che operava con giunte “pensanti” alle quali partecipavano tutte le categorie economiche. La sua responsabilità sta nel fatto che è stata uno spettatore ininfluente sulle varie decisioni passate. Purtroppo bisogna constatare che anche su questo argomento negli ultimi 20 anni sia la sinistra che la destra hanno dormito sonni profondi» conclude Giovanni Tavoletti.