statistiche siti
4live Logo 4live Logo

Leggilo in 3 minuti

Pronto, biblioteca di Forlì?

img of Pronto, biblioteca di Forlì?
Ultimo aggiornamento:

Forse avete bisogno di accedere alla Biblioteca Civica di Forlì per la consultazione di un testo o il prestito di un’opera? Bene, disponete l’animo a tanta pazienza e preparatevi al rispetto di un rigido protocollo, quasi dovreste accedere a chissà mai quale luogo, tempio protetto della cultura.

Il servizio all’utenza, cardine fondamentale della finalità di ogni biblioteca, dunque anche di quella forlivese in corso della Repubblica, risulta, da tempo, miserevolmente altalenante e claudicante nella pochezza di una realtà per la quale la nostra biblioteca c’è, esiste, funziona, ma, al tempo stesso, è come se non ci fosse, non esistesse, non funzionasse appieno: importante è salvare la faccia, l’apparenza. Fatto sta, la Biblioteca Civica di Forlì è vergognosamente chiusa, off-limits, inaccessibile liberamente: si concede alla voglia di studio e sapere dei cittadini solo nei giorni del martedì e del giovedì.

Non basta, per accedere in questi due giorni dovete, prima, telefonare alla biblioteca e prenotare un vostro accesso secondo la disponibilità dello stesso istituto ad accogliervi e soddisfare la vostra ricerca bibliografica. Poi, l’addetto allo smistamento delle richieste, compreso il vostro accattonaggio culturale, vi raccomanderà di essere puntuale nel rispetto dell’appuntamento fissato al martedì o al giovedì; soprattutto vi farà presente che non si entra più al n. 78, ma al n. 80, sempre di corso della Repubblica, ma, dulcis in fundo, aggiungerà premurosamente che, una volta impalato all’ora stabilita davanti al numero civico 80, dovrete dare ancora un colpo di telefono alla biblioteca perché un cerbero receptionist scenda ad aprirvi, accogliervi, guidarvi e scortarvi sino all’agognata meta, bancone o sala che sia, dove chiedere, finalmente, la consultazione di quanto vi abbia costretto a tanta avventura. Non vi illudere, la scorta non è un onore riservatovi a ricompensa della vostra pazienza, ma solo un accorgimento perché non vediate o sentiate ciò che deve restare nascosto e ignorato.

Da tempo, la Biblioteca Civica di Forlì langue in questa vergogna e non si preparano tempi migliori. A brevissimo, circola qualche data, ma meglio non dare credito alle promesse da marinaio dell’attuale assessore alla cultura, la sezione moderna dovrebbe interamente traslocare a Palazzo Romagnoli, dove scaffali di libri sostituiranno colori e tratti della splendida Collezione Verzocchi, già impacchettata, ma a nessuno risulta per quale nuova sistemazione. Al momento, la collezione è scomparsa, langue chissà mai dove, speriamo non in qualche sottoscala o buio scantinato.

Inoltre, il trasferimento della sezione moderna è persino cominciato a rilento e, molto probabilmente, sarà ancora in atto al momento della prossima inaugurazione del polo bibliotecario a Palazzo Romagnoli; non solo, è pure partito senza un adeguata precedenza traslocativa, attribuibile a testi e soggetti maggiormente consultati: selezione, quest’ultima, oggi grandemente agevolata dall’uso dello strumento informatico.

Ma, indietro sul tema della cultura non si torna, cosa volete che conti a Forlì partire dal baratro del disastro della biblioteca, degli archivi e dall’odissea delle collezioni artistiche quando si punta in alto, al top di capitale italiana della cultura: il dado è tratto; il solco, tracciato sulla distanza del “miglio bianco”, è difeso dalla sciaboletta del nostro cortomirante assessore alla cultura; la Fondazione è pronta, pallottoliere in mano, a valutare ogni pro e contro economico dell’operazione “Forlì capitale culturale”. Davvero lo scempio, anzi no lo stupro della cultura forlivese.

Franco D’Emilio