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Pestelli: «Bilancio preoccupante, Ausl Romagna maglia nera di ticket non riscossi»

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Il bilancio dell’Ausl Romagna continua a preoccupare: i numeri confermano le condizioni economiche e gestionali della sanità romagnola. Dieci giorni prima delle elezioni regionali dello scorso novembre, il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori parlava di conti in salute, e invitava a non fare affidamento ai bilanci preventivi e ad aspettare il bilancio di esercizio. Bene: il bilancio di esercizio è arrivato, e le notizie non sono certo positive, a maggior ragione in un momento storico in cui la manovra di bilancio ha chiesto sacrifici economici ai cittadini emiliano-romagnoli“.

A denunciare la situazione è Luca Pestelli, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che poi aggiunge. “Se lo stesso Carradori imputa il risultato al fatto che l’Ausl Romagna sia quella che in Regione serve il maggior numero di cittadini, dimentica di dire che che la stessa, secondo i dati diffusi in febbraio, è anche ‘maglia nera’ per percentuale di ticket non riscossi: politica scellerata che peraltro incide negativamente sulle liste d’attesa, rappresentando i ticket anche una sanzione per chi disdice l’appuntamento oltre il termine“.

Gli stessi CAU – prosegue Pestelli – rappresentano un doppione fuori dal controllo economico: carenti dal punto di vista dell’adeguatezza delle prescrizioni, inefficaci come strutture di medicina d’urgenza, insufficienti come investimento di medicina territoriale, che al contrario andrebbe implementata al fine di agevolare una sanità più vicina ai cittadini, idonea ad eliminare quei costi sociali che si trasformano poi in costi economici. La telemedicina potrebbe essere un valido strumento per incidere positivamente sulle liste d’attesa, ma mentre la Regione a parole la sostiene, nei fatti la limita, tarpando le ali allo sviluppo della farmacia dei servizi, che potrebbe portare l’erogazione di queste prestazioni di prevenzione primaria e secondaria sul territorio“.

Il punto – conclude il rappresentante di Fratelli d’Italia – è che il problema è l’Ausl Romagna stessa: le aree vaste rispondono a logiche accentratrici, proponendo gestioni che moltiplicano i costi sociali, mentre alla tutela della salute serve capillarità. La nostra sanità di eccellenza, di cui la politica regionale si riempie la bocca, è in realtà esclusivamente affidata alla presenza di professionisti di eccellenza: difetta chiaramente di una visione gestionale d’insieme, oltre che della volontà politica di strutturare un sistema veramente integrato“.