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Per il PD forlivese tira più un filo d’erba…

Da sei anni, ormai, a Forlì il Partito Democratico non è più al governo del Comune ed è costretto all’opposizione, anche con la faccia tosta di nascondere sotto il tappeto la tanta polvere dei problemi, lasciati insoluti oppure maldestramente e parzialmente risolti dal trascorso, pluridecennale governo della sinistra. Digiuno di governo e sottogoverno locale, il PD forlivese manifesta un’evidente crisi d’astinenza dalle stanze decisionali del potere, spesso persino contraddicendosi in modo plateale, pur di partecipare e godere della tavola imbandita dal centrodestra. Un esempio di tale condotta ambigua il fatto che il PD forlivese, prima, si sia dichiarato contrario all’iniziativa di Forlì, capitale italiana della cultura 2028, poi abbia offerto, seppur a certe condizioni, la sua disponibilità in nome del bene della città, se quest’ultimo ovviamente coincidente, quanta generosità, con i propri interessi.
Dunque, un Partito Democratico, ampiamente logorato dalla protratta perdita del governo forlivese e pateticamente spocchioso nel richiamo, ahimè bugiardo, quanto in passato sia stato sempre bravo ad amministrare, al contrario, sempre a suo dire, dell’attuale centrodestra, dal 2019 alla guida di Forlì; un Partito Democratico di fragile, inconsistente, parolaia opposizione, come dimostra l’evidenza di non aver saputo neppure sfruttare concretamente palesi e frequenti défaillance dell’attuale giunta di centrodestra Zattini, certo non un capolavoro di efficace ed efficiente politica territoriale. Insomma, un Partito Democratico con la logorroica solfa di cogliere pagliuzze per farne travi nell’occhio altrui oppure con la presunzione di parlare della miopia degli altri, nascondendo il proprio strabismo, politicamente davvero grave perché con gli occhi che guardano in direzioni diverse, fuori da una visione unitaria e credibile della realtà forlivese.
Al riguardo, il PD forlivese è addirittura atipico, contradditorio rispetto ad altre sue espressioni territoriali, cittadine, basta prendere spunto da un caso di pochi giorni fa. I compagni piddini forlivesi hanno tuonato fulmini e saette contro la giunta Zattini per lo stato di incuria, scarsa manutenzione del verde pubblico: erbacce dappertutto, anche implacabilmente infestanti e pochi gli sfalci ad opera del Comune. Eppure, per alcuni giorni sono tornato a Forlì ed ho visto e odorato, un po’ ovunque, l’erba appena tagliata, ma evidentemente al PD forlivese questo non basta, esige che l’amministrazione Zattini sia pari ad Attila, re degli Unni, dopo il cui passaggio neppure più un filo d’erba. Per carità, la cura del decoro urbano è indice del rispetto di ogni città e comunità, ma risulta fuori luogo farne l’oggetto di un’esagerata campagna denigratoria, soltanto ispirata al criterio che tutti siano politicamente inetti, tranne il Partito Democratico.
Però, che strana la doppia condotta del PD sul tema della cura del verde pubblico: a Forlì, parafrasando un famoso detto popolare, per i piddini, oggi all’opposizione, un filo d’erba tira, più di un carro di buoi; a Roma, invece, i piddini al governo dell’Urbe, sindaco Roberto Gualtieri, celebre strimpellatore di “Bella ciao” alla chitarra, hanno deciso di non tagliare per almeno un mese, poi si vedrà, neppure un solo filo d’erba delle tante erbacce rigogliose nelle aree verdi e nei parchi comunali. Al riguardo, chiare le parole dell’assessore capitolino all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, anch’ella esponente del PD: “l’iniziativa è volta a favorire la protezione e il miglioramento delle popolazioni di impollinatori e degli ambienti che li ospitano”. A Roma il Partito Democratico ha risolto così il problema dei prati incolti e dei propri diffusi, mancati sfalci d’erba. Perfetto! Mentre a Forlì il PD d’opposizione critica la giunta Zattini per la scarsa cura del verde pubblico, il PD romano alla guida del Comune razzola male sullo stesso problema, nascondendosi dietro fittizie argomentazioni ecologiste!
Devo concludere, quindi, che il PD forlivese, predicatore di sfalci d’erba e fermamente risoluto perché di tante erbe si faccia solo un fascio, sia contrario “agli impollinatori e agli ambienti che li ospitano”, tanto nelle cure dei compagni ecologisti romani? La verità che emerge è ancora soltanto la doppiezza del Partito Democratico, due pesi due misure, come meglio conviene al momento: implacabile sterminatore erbaceo ad oltranza a Forlì; sostenitore delle erbacce e degli impollinatori a Roma, incurante, persino, quanto l’erba alta favorisca zecche, zanzare, pulci e, perché no, sorci vagabondi. Forse, dobbiamo rassegnarci: per il PD forlivese un filo d’erba in salita tira elettoralmente più di un carro di buoi in discesa.
Franco D’Emilio