Leggilo in 3 minuti
“Molto rumore per nulla” al Teatro Testori

Sabato 31 maggio alle ore 21,00 al Teatro Testori di Forlì andrà in scena lo spettacolo “Molto rumore per nulla” commedia teatrale scritta da William Shakespeare, con adattamento e regia di Stefano Naldi. Considerata a lungo commedia romantica per i temi amorosi e per la struttura ricca di elementi farseschi e giocosi, l’opera “Molto rumore per nulla” rientra a pieno titolo nel novero delle tragicommedie, nelle quali l’elemento comico si fonde a quello tragico e propriamente drammatico, qui rappresentato dalla finta morte di una delle protagoniste, la bella Ero, e dal complotto ordito da Don Juan per tentare di sviare la storia dal lieto fine cui tuttavia volge. Commedia breve e brillante, è stata fortunata sul versante della rappresentazione teatrale, restando nei secoli una delle commedie di Shakespeare più conosciute e portate sulle scene.
Ed ecco che il regista forlivese Stefano Naldi mette in scena questo testo di “Molto rumore per nulla” in una sua personale riscrittura registico-drammaturgica di affidandone l’interpretazione agli allievi di The Theatre, l’oramai pluridecennale Scuola di Arti Sceniche e Recitazione targata TDF Teatro Delle Forchette. L’originale storico è come detto ambientata a Messina in una epoca non specificata ma che riassume per modi e stili narrati il rinascimento inglese, ma ecco che Naldi ne estrapola il clima “del sud” spostandolo per suggestioni sonore in una sorta di “Sud America latino “ dalla visione per costumi e concetti fortemente cinematografici anni ’50, strizzando l’occhio sotto l’egida da sempre legata al testo di Shakespeare di “commedia brillante” ai film commedia di genere musicale tipici di una visione Hollywoodiana dove persino una bionda stile Doris Day passava tranquillamente per una signora di Mexico City, qua diventata signora di “Messina City”, in un adattamento brillante e in fondo, nonostante le apparenze, molto più atemporale di quanto sembri.
Come sempre ricercato nel sottolineare con musiche le sue visioni, Naldi scova un gruppo mariachi degli anni 60 ma dal sound tutt’altro che folkloristico, anzi, un mix ricercato ma vintage al punto di creare in alcuni momenti atmosfere alla Pedro Almodovar prima maniera come in altri sprazzi di telenovele anni ’80 con la stessa graffiante ironia giustamente camp ma soprattutto kitch legata agli stessi. Abilmente invece, lascia agli elementi scenografici sempre in movimento, il compito di evocare la parte “tragica” del racconto, trasformando scaffalature senza un fronte o un retro, in emozionali alveoli da alveare dai quali sbucano mani, fiori, maschere neutre e facce di una umanità spiona, pericolosa, pronta a pungere non come simpatiche api ma velenose vespe smaniose di intrighi. In scena, come già anticipato, tutti assieme anche per un didattico confronto, dato che il percorso prove è considerato nel percorso Accademico come “lezioni di recitazione applicata” con finale reso in scena, più che messa in scena produzionale canonica, gli allievi di I° II° e III° anno. Oltre alla Regia, Naldi ha curato i movimenti scenici coreografici lasciando alla Coreografa Laura Cappelli, docente di danza a The Theatre, le coreografie vere e proprie delle danze presenti in questo lavoro dal lieto fine assicurato come da trama richiesto.