Ah, Forlì, vicino a Predappio

Ieri, la presentazione del nuovo capo di redazione dell’agenzia di stampa romana alla quale collaboro: giustamente, tra tartine, pastarelle e calici di prosecco ha voluto incontrare e conoscere tutti i suoi quattordici collaboratori. Simpatico e fisico possente alla Crosetto; romano de’ Roma con laurea in filosofia alla Sorbona; soprattutto, giornalista di lungo e prestigioso corso, pure radiotelevisivo, già in pensione da due anni, ma incapace di stare lontano da quello che lui stesso definisce “il cazzeggio quotidiano delle e sulle notizie”. Ha incontrato proprio tutti, compresi Nandino e Saetta, i due gatti mascotte dell’agenzia.

Giunto il mio turno, interrogato donde venissi, alla mia risposta “sono toscano, ma risiedo a Forlì” ha subito esclamato con pronta battuta “Ma sì, vicino Predappio, il paese della Buonanima!” poi infierendo “E lei a Forlì come c’è finito? Sa, io Forlì non l’ho mai visitata, ma neppure sono mai stato incuriosito a conoscerla, ricordo però recenti report su talune vicende e polemiche forlivesi. A proposito, quando e su cosa mai l’ennesima mostra d’arte nella Forlì che brilla a Natale e si spegne tutto l’anno?” Quest’ultime parole con un sorrisetto, per me davvero provocatorio. perlomeno sfottò.

Lo ammetto, mi ha spiazzato, lasciandomi bischeraccio senza prontezza di replica. Vi rendete conto: Forlì ricordata solo perché prossima a Predappio, paese natale di Benitone! Eppoi, le due stoccatine maliziose, sempre su Forlì, prima quella sulla serie inflattiva di una mostra dietro l’altra, poi quella sulla brillantezza cittadina esclusivamente natalizia perché dopo, se non buio pesto, sicuro per tutto l’anno solo tanto grigiore, il grigiore del poco o nulla, spacciato per molto con dilettantistica vanvera. Caspita, come corre il cazzeggio delle notizie sulla tiritera di mostre e sulle luminarie di Natale a Forlì!

Franco D’Emilio