Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un cittadino.

«Ieri mattina sono stato purtroppo e mio malgrado tra i protagonisti di un sabato Santo da incubo con la regia del Comune di Forlì che evidentemente deve indurre in tentazione di imprecazione i cittadini grazie alle rotonde impossibili disseminate lungo le strade cittadine; ero intento ad attraversare la rotonda di nuova costruzione di viale Italia che ha sostituito il semaforo accanto all’istituto elementare Dante Alighieri in direzione viale Vittorio Veneto ad una velocità moderata, quando impatto con la ruota anteriore destra della mia auto, contro il cordolo della rotonda. Faccio appenda in tempo a riprendermi dallo stupore e convincermi che gli effetti delle età stanno ammantando negativamente le mie capacità di guida, organizzandomi per sostituire il pneumatico devastato dall’incidente, quando alle mie spalle, il botto di un altro impatto devasta un altro pneumatico sempre destro di un’altra auto che si ferma dietro di me con lo stesso problema.

Mentre anche l’altra proprietaria si avvicina per constatare con me lo stesso danno ricevuto commentando negativamente la costruzione della rotonda, un’altra auto guidata da una anziana signora impatta sulla stessa rotonda, devastando stavolta entrambi i pneumatici destri, parcheggiando appena dopo di noi. Nel lasso di tempo che realizzava quanto raccontato ascoltavo i residenti che cadenzavano con espressioni del tipo “e avanti un altro!” ad alta voce i rumori dei vari incidenti che avvenivano, attirando la mia attenzione ed ho rivolto una domanda in merito alla frequenza degli incidenti ricevendo la testimonianza che da quando è terminata la costruzione della rotonda tutte le mattine ci sono almeno tre o quattro incidenti di auto con i pneumatici schiantati. Mentre ricevevo la testimonianza e chiamavo l’intervento della Polizia Locale erano già diventate 6 in un ora ivi compresa quella di un attonito ex vicesindaco, anche lui come alcuni incidentati senza dotazione di ruota o ruotino di scorta e in attesa di un carro soccorso che nella giornata prefestiva e con il numero delle richieste era una soluzione disperata da trovare». Raffaele Acri