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Contrordine, compagni, Forlì sia capitale della cultura

Contrordine, compagni trinariciuti, il Partito Democratico forlivese ci ha ripensato: Forlì capitale italiana della cultura si può fare, certo è un’occasione che non va sprecata e, naturalmente, solo i compagnucci della parrocchietta postcomunista sanno bene come fare per prendere al volo e sfruttare al meglio questa prossima, ghiotta circostanza. Perché stupirsi, alla fine ha vinto, l’ha spuntata la lobby culturale del PD, quella che, pure regnante il centrodestra, conta e spunta dappertutto, anche più di prima rispetto ai tempi della lunga monarchia rossa.
Lobby culturale di sinistra, abilmente infiltratasi in tutto l’arco politico locale e davvero intraprendente con la tecnica dell’istrice che penetra nella tana altrui, rizza gli aculei e scaccia via gli accoglienti ospiti. Fateci caso: chi detiene il monopolio delle visite guidate cittadine e della vendita dei relativi libercoli? La sinistra senza dubbio, basta tirare a caso un sasso alle proprie spalle per essere sicuri di colpire un tale arcangelo Gabriele, instancabile, onnipresente cicerone di vite, segreti e misteri forlivesi.
Ancora, chi mai detiene il saccente primato culturale da asso pigliatutto “ghe pensi mi”? Naturalmente, i soliti collaudati saputoni dei salottini della rive gauche forlivese. Chi, inoltre, conciona immancabilmente degli ultimi libri in uscita o del quadro del mese? Sempre e soltanto qualche autorevole, sussiegoso prof illuminato di sinistra, ora ad energia rinnovabile sotto il sole del centrodestra. Addirittura, a Forlì come a Predappio il centrodestra affida le sue iniziative culturali a cattedratici professoroni e al circuito Atrium, ampiamente noti per il loro spiccato, fazioso spirito da sinistra illiberale antifascista.
La lobby forlivese della cultura di sinistra lascia fare che il PD svolga senza successo il suo ruolo di opposizione, ma, sotto sotto, lo pilota ad assecondare il proprio ambizioso protagonismo di mondana, salottiera cicisbea di tutto quanto faccia cultura a Forlì: dalla piadina e dalla caveja al ritratto narcisistico, dal sangiovese all’annuale ubriacatura del 25 aprile. Davvero senza vergogna!
Franco D’Emilio