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A Predappio presunto sindaco di destra consacra presunto sindaco liberatore?

A Predappio, venerdì prossimo, consueta Festa della Liberazione, con l’attuale sindaco di centrodestra Roberto Canali a fare ancora l’occhiolino alla sinistra, a tutto il fazioso antifascismo militante e alla vecchia, riottosa Anpi, che testardamente non si rassegna a chiudersi nella serenità di un ospizio per anziani. Alle ore 11,00 dunque, messa di circostanza, seguita dallo scontato pistolotto celebrativo del sindaco, e dopo, prima di poter allungare serenamente le gambe sotto il tavolo dell’annuale pranzo resistenziale, ci sarà per i più volenterosi e gastroresistenti persino l’immotivata cerimonia alle ore 12,00 di intitolazione del parco di via Zara alla memoria di Giuseppe Ferlini, sindaco dal 1944 al ’46, quindi primo alla guida di Predappio liberata dal nazifascismo.
Un riconoscimento che, non fingiamo di ignorarlo, pur se attribuito ufficialmente alla figura del sindaco, sotto sotto risulta soprattutto come la consacrazione di Ferlini, comandante partigiano liberatore di Predappio, poi, principalmente per questo, divenuto sindaco. In realtà, di Ferlini sindaco non si rammenta niente di saliente, degno di essere annoverato nell’albo della storia; di Ferlini, capo partigiano comunista, non risulta altrettanto nulla, se non, cosi pare, l’attribuzione, tuttora discussa, controversa e, di conseguenza, in dubbio, dell’impresa, non documentata e riscontrata, che egli sia stato davvero il liberatore di Predappio dal nazifascismo. Adesso, con l’intitolazione a Ferlini di un parco pubblico si rischia veramente di consacrare un sindaco, presunto partigiano liberatore: presunto perché soltanto egli stesso sedicente tale, attribuendosi il relativo merito.
Fonti documentarie testimoniano che Predappio fu liberata unicamente dai soldati polacchi del generale Wladyslaw Anders il 27 ottobre 1944 e non il successivo 28 ottobre, come sostenuto dalla retorica falsità partigiana, interessata a fare coincidere la liberazione di Predappio, paese natale del Duce, con la data della Marcia su Roma. Inoltre, risulta testimoniato e riferito, pure da qualche storico locale, come il comandante partigiano comunista Giuseppe Ferlini entrasse in scena soltanto a liberazione avvenuta, uscendo finalmente fuori dalla cantina, ove rifugiatosi con la madre nell’imminenza dell’arrivo degli alleati, i veri liberatori.
La vulgata resistenziale raccontò che Ferlini fosse così andato incontro ai suoi compaesani, proclamandosi tout court liberatore di Predappio; successivamente, forse consapevole di averla detta grossa, il nostro eroe partigiano si accontentò bontà sua, di proclamarsi liberatore assieme al contingente polacco. A Ferlini può riconoscersi solamente il merito di essere rimasto vicino alla madre, questo, perlomeno, a riprova quanto anche per i comunisti, ritenuti già allora capaci di mangiare bambini, almeno la mamma fosse sempre la mamma.
Dunque, Giuseppe Ferlini primo sindaco comunista per meriti partigiani della Predappio liberata, questo nella logica egemonica e autoritaria di un PCI allora col sogno di trasformare la guerra di liberazione in una guerra rivoluzionaria che ci appiattisse al più bieco sovietismo. Per fortuna, non e’ andata così e, come sindaco, Ferlini non fece granché, trascorrendo presto via come un’illusoria stella rossa cadente. Comunque, venerdì prossimo, dalla sua storia partigiana, controversa e traballante, Giuseppe Ferlini ascenderà alla consacrazione ufficiale degli altari municipali predappiesi e questo grazie al primo sindaco di centrodestra di Predappio!
Non aveva osato tanto nemmeno la sinistra per 75 anni alla guida del Comune di Predappio dopo la fine della guerra, ci voleva appunto l’avvento di Roberto Canali, primo sospirato sindaco di parte avversa, perché il partigianato predappiese vedesse attribuirsi tanta insperata glorificazione. Per l’intitolazione a Ferlini il sindaco predappiese di centrodestra ha subito individuato un luogo, addirittura un parco cittadino, prossimo alla Chiesa di S. Antonio; invece, e’ stato sempre rigorosamente indisponibile, adducendo giustificazioni pretestuose, ad intitolare, come richiestogli giustamente da alcuni cittadini, un luogo del paese a Icilio Calzecchi Onesti, predappiese classe 1911, valoroso ufficiale combattente e vero eroe della Seconda Guerra Mondiale, cosi riconosciuto dal conferimento della medaglia d’oro al valore militare.
Niente da fare, il sindaco di centrodestra preferisce compiacere la sinistra, i partigiani e la Liberazione con la celebrazione di un minimo, controverso protagonista. Canali gioca a fare il furbo, pane e volpe ogni mattina, di più non gli si può chiedere; è cerchiobottista garantito, a destra come a sinistra, per questo ama celebrare pure i partigiani, la resistenza e accattivarsi l’opposizione.
Addirittura ci amoreggia e, pur di risultare piacione, si presta a fare persino delle magre figuracce, come poco tempo fa, ricordate, elevando al ruolo di caduto partigiano combattente un predappiese, ucciso solo in violazione del coprifuoco, o proponendo un’inconsistente, patetica “rievocazione della partita a bocce rosse”. Suvvia concedetegliela qualche tessera onoraria della sinistra residuale e, perché no, anche quella della testarda Anpi, tanto più perché cresce un legittimo dubbio: e se pure Canali fosse sì di centrodestra, ma solo presunto e sedicente tale? Il passaggio del Comune di Predappio dalla sinistra al centrodestra non ha segnato nessuno cambiamento epocale, neppure una caduta dalla padella nella brace: tutto fermo, come prima, nel solito pantano di ambiguità e pochezza.
Franco D’Emilio