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Errata corrige della bischerata forlivese del miglio bianco

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Ultimo aggiornamento:

Lo ammetto, lo confesso, sulla bischerata forlivese del miglio bianco (https://www.4live.it/2025/01/la-bischerata-forlivese-del-miglio-bianco/) non l’ho detta tutta, ho omesso tanta altra evidenza lapalissiana perché l’invenzione dell’ex assessore alla cultura Valerio Melandri non stia in piedi e sia solo fumo di poco arrosto, appena un misero arrosticino di nessuna gustosa, carnosa consistenza culturale. Non volevo infierire, ma questa integrazione, quasi una sorta di errata corrige, s’impone anche per l’imparzialità che cerco sempre di perseguire.

Infatti, queste mie nuove righe coinvolgono giustamente anche le Amministrazioni forlivesi di sinistra, per lungo tempo responsabili di aver assecondato lungo il viale della stazione un avvilente scempio edilizio, davvero palesemente contrastante, adesso, con l’ambizione del sindaco di centrodestra Zattini che l’Unesco riconosca l’inesistente miglio bianco come inverosimile Patrimonio dell’Umanità, mica pinzillacchere o brustolini. Perché, allora, omettere talune perle della trascorsa Amministrazione di sinistra nel compiere il sacco lanzichenecco del viale forlivese, cosicché più che mai risulti oggi assurdo che il centrodestra possa farne un miglio bianco?

Che dire, spalle alla stazione ferroviaria, guardando a sinistra, dell’orrido condominiale, realizzato negli anni ’60 della grande speculazione edilizia e, fra l’altro, rozzamente mansardato e tristemente beige, rosso scuro e rosso verso l’arancio, tutti colori solo tanto smorti e depressivi nel loro “Benvenuto a Forlì!”? Che dire del successivo palazzotto Inps, capolavoro di anonima modernità, pannellata di rosso? Che dire, ancora, della seguente palestra ad architettura “baraccata”, tutta grigia e verde sporco, che tanto mi ricorda la struttura di diversi mercati rionali romani, stracarichi di broccoli, carciofi e puntarelle?

A destra, sempre spalle alla stazione, lo scempio continua ovvero se non è zuppa è pan bagnato: incombe il Moloch edilizio, comprensivo della sede Inail, infinito mattone rosso a vista, informe architettura da realismo socialista a Praga o a Varsavia; incombe, insomma, lo sfregio che ha divorato l’ex area Mangelli, lasciando uno spazio desolato di erbe infestanti, lugubremente recintato da qualche memoria muraria mangelliana: una vista complessiva solo degna di una disperata banlieue francese o dei ghetti milanesi di Corvetto e Lorenteggio. Tutto questo orrore, comunque indegno del miglio bianco come di ogni altra, analoga corbelleria, è stato realizzato prima dell’avvento del centrodestra che, però, adesso, cosa davvero incredibile, ne dimentica la scomoda presenza, pur di spingere la sua proposta perché il viale della stazione diventi un bugiardo Patrimonio dell’Umanità, così riconosciuto dall’Unesco.

Roba da chiodi: il centrodestra forlivese che con la richiesta di un alto riconoscimento rischia addirittura di avvalorare lo scempio edilizio ad opera delle precedenti Amministrazioni di sinistra! Tutto dentro il falso miglio bianco, spregiudicatamente incuranti del fatto che ’cca nisciuno è fesso.

Franco D’Emilio