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Popolo della Famiglia: “Il progetto di vita è un nuovo punto di partenza per il sistema famiglia”
Il Popolo della Famiglia interviene con una nota sui lavori della terza commissione consiliare, nello specifico sul sostegno alla disabilità attraverso un nuovo approccio. A parlare è Carla Lodi, coordinatore comunale del Popolo della Famiglia a Forlì e vicecoordinatore regionale del PDF: «Il nuovo protagonismo delle famiglie e la considerazione del loro ruolo imprescindibile, obiettivo dichiarato anche dalla nuova Amministrazione con l’accorpamento dei due assessorati di cultura e famiglia, è un traguardo finalmente possibile. Non deve sfuggire infatti la piccola rivoluzione compiuta dall’evento istituzionale organizzato dalla Terza Commissione consiliare sulla sperimentazione della nuova procedura del “Progetto di Vita”, che può porsi come un vero e proprio spartiacque tra due modelli paradigmatici nell’approccio alla disabilità: da una parte l’ottica del servizio offerto dagli esperti, che non sempre corrisponde ai desideri della persona con disabilità e dei suoi familiari, dall’altra l’ottica della persona, focalizzata sul riconoscimento pieno dell’autonomia decisionale di chi attraversa condizioni di fragilità».
“Ci sono famiglie che stanno aspettando da anni di vedere riconosciuti i propri diritti – prosegue nella nota Mirko De Carli, consigliere Nazionale del Popolo della Famiglia e candidato al consiglio regionale nella lista Lega-Popolo della Famiglia – e che giovedì si sono materializzate nell’area della sala del Consiglio riservata al pubblico per assistere all’audizione del dottor Sintoni e del professor Santuari“.
La nota prosegue: “Questa grande partecipazione ha avuto la forza di una testimonianza, concretizzatasi nella voce di un genitore invitato a raccontare la propria esperienza di papà di un ragazzo con spettro autistico: la famiglia è quel quid, quel valore aggiunto che fa sempre la differenza nell’elaborazione del percorso di vita del proprio familiare disabile. Nessun servizio si può sostituire alla famiglia, piuttosto deve lavorare insieme per aiutare, sostenere e incoraggiare una volontarietà espressa. Questo cambio di mentalità e di metodo rappresenta una rivoluzione culturale che va bene oltre la novità della sperimentazione del decreto Locatelli. Le famiglie che esigono il rispetto dei loro diritti sono un richiamo per tutta la città e per l’amministrazione comunale, che anche sulla promessa del riconoscimento della centralità della famiglia e di politiche familiari adeguate alle sue richieste ha ottenuto il mandato a governare dai cittadini”.
«C’è una parola che generalmente viene usata solo in riferimento all’universo femminile, ma che si adatta perfettamente anche a quello familiare: “empowerment”, e significa “la conquista della consapevolezza di sé e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell’ambito delle relazioni personali sia in quello della vita politica e sociale”. Il raggiungimento di questa capacità è un traguardo possibile per tutte le famiglie di Forlì, che devono scoprire la forza che forse non immaginano neppure di avere. Le famiglie convenute all’evento della Terza Commissione sono state il segno visibile di questa acquisizione fondamentale del potere che ognuna di loro deve vedere riconosciuto, come d’altronde chiede anche la nostra Carta costituzionale all’articolo 29. Come Popolo della Famiglia le ringraziamo per avere indicato la strada».