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A serata con l’autore “Non solo sub” il fotografo Renato Santi
Il Foto Cine Club Forlì al Centro Multimediale Parrocchia di San Varano in Via Firenze 207 a Forlì giovedì 7 novembre alle ore 21,15 presentano “Serata con l’autore, non solo sub” di Renato Santi. Un bellissimo viaggio negli abissi, e non solo, accompagnato dalle splendide immagini che Renato Santi ha realizzato sopra e sotto i mari del mondo. “Le meraviglie del mare”, “Madagascar”, L’etnia dei Torajan”. Ingresso libero. Info Moreno Diana 3475412800, fotocineclubforli@gmail.com.
Renato Santi, com’è iniziata questa tua passione per la subacquea e soprattutto per la fotografia? «La passione per la fotografia e la subacquea è stata un tutt’uno. Ho iniziato a praticare seriamente circa 45 anni fa; dopo aver messo la testa sott’acqua e aver visto tante meraviglie ho sentito l’esigenza di condividerle anche con chi sott’acqua non ci andava. Allora infatti la subacquea non era così diffusa e quelli che la praticavano erano prevalentemente cacciatori, tanto che a Riccione oltre a me c’erano solo altri due subacquei (cacciatori). Nel 1980 ho acquistato una Nikonos 2 “Calypso” con un flash a lampadine e li ho inaugurati entrambi in un bellissimo viaggio in Sudan, sulle tracce di Jaques Cousteau».
Che mari o oceani preferisci fotografare? «A me piace fotografare, io mi diverto sia a Gabicce Mare che in Australia; certamente il sogno di ogni fotografo subacqueo è l’acqua limpida e fondali colorati. Ogni mare ha le proprie particolarità, il Mar Rosso è insuperabile per i suoi colori, il mar Cinese Meridionale è il tempio della biodiversità, l’oceano Pacifico è il regno dei pesci di grossa taglia».
C’è stato un incontro inaspettato in acqua che ti ha particolarmente emozionato? «L’incontro sott’acqua con una balena (megattera). Ero a Roca Partida, una piccolissima isola in mezzo al Pacifico a 24 ore di navigazione dalla terraferma. È un posto battuto da forti correnti, le immersioni sono adatte solo per subacquei esperti, dove ad ogni tuffo trovi di tutto: squali, mante, grossi banchi di carangidi. Una volta sott’acqua si sente forte il canto delle balene, sembrano vicinissime, mi guardo intorno ma non riesco a vederle. All’improvviso ne vedo una, è enorme ed è attorniata da centinaia di pesci; scatto d’istinto, so prima di guardarla che non sarà la foto perfetta che sognavo, ma lei rimarrà per sempre nella mia mente».
C’è una foto cui sei particolarmente emozionato? Dove l’hai scattata? «Veramente sono più di una, ne cito due. Sudafrica, siamo al largo di Durban, stiamo pasturando per attirare lo squalo Tigre, ed ecco che ne appare uno grandissimo, nuota verso di me, guardo nel mirino e scatto a raffica mentre si avvicina, spero che viri ma così non è! Chiude l’occhio e apre la bocca, lo respingo con l’oblò della macchina fotografica. Questo è stato il mio primo incontro ravvicinato con lo squalo tigre, a cui ne sono seguiti tanti altri. Indonesia è il teatro di un altro incontro emozionante, quello col cavalluccio pigmeo. Questi cavallucci marini in miniatura (un centimetro e mezzo coda inclusa) vivono sulle gorgonie e sui coralli molli e sono difficilissimi da individuare perché assumono il colore della gorgonia su cui vivono. I cavallucci pigmei sono stati scoperti alcuni decenni fa, quando un pescatore, tirando fuori dall’acqua una gorgonia, ha notato questi piccoli animali».
Progetti futuri? «Ecco la mia lista dei desideri: Gibuti Indonesia (Arcipelago Raja Ampat), Spagna (Isole Medas Medas), Indonesia (Komodo), Micronesia Palau».