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Il decennale dell’Emporio della solidarietà di Forlì
Oggi giovedì 3 ottobre al Seminario di Forlì, si è festeggiato il decennale dell’Emporio della Solidarietà. Dopo i saluti iniziali del Vescovo Livio, il quale ha lodato l’impegno dei volontari ed evidenziato come l’Emporio, insieme al Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, sia un vero e proprio polo della Carità; è intervenuta poi Angelica Sansavini (Assessore al Welfare del Comune di Forlì) ribadendo come l’Emporio renda il gesto del dono dignitoso e responsabilizzante per chi lo riceve.
Successivamente Sauro Bandi, ex direttore della Caritas diocesana, ha utilizzato tre parole per raccontare la sua esperienza con l’Emporio: dignità, solidarietà e comunità, sottolineando che la data di inaugurazione (il 5 ottobre) sia fortemente legata alla figura di Annalena Tonelli. Davide Rosetti, presidente del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, ha evidenziato come grazie alla raccolta dei panni usati da parte di volontari, esso contribuisca in maniera importante al sostentamento dell’Emporio.
Infine, dopo le testimonianze dirette di Sonia Martini e Mariano Fenu, volontari storici dell’Emporio, il direttore della Caritas diocesana Filippo Monari ha riflettuto sulla situazione attuale e sulle prospettive future.
L‘Emporio è un progetto di carità, reciprocità e di comunità, che funziona grazie alla collaborazione con altre realtà che condividono il cammino, tra cui il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, il Banco Alimentare e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, e i fondi derivanti dal sostegno dell’8×1000. Esso ha una vocazione al bene comune, alla coesione e all’inclusione sociale.
L’Emporio non è solo un negozio, ma uno strumento di supporto alle Caritas parrocchiali, contro la cultura del conflitto e dell’auto referenzialità, per intraprendere nuove sfide e nuove modalità per le tante fragilità di oggi e nuove povertà di senso, non solo materiali.
L’Emporio infine, ha una vocazione educativa, come dice Caritas secondo una pedagogia dei fatti, cioè promuovere con rinnovato slancio le iniziative come il Campo Shalom (per ragazzi dai 16 anni in su), dal campo Join Up (per ragazzi dai 14 al 16 anni) e da ultimo l’international camp of peace, partito quest’anno grazie alla presenza di giovani libanesi.