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San Lorenzo in Noceto nel corso della storia

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Giovedì 12 settembre, alle ore 21,00, nella Sala parrocchiale di San Lorenzo in Noceto, in viale dell’Appennino 837 a Forlì, Gabriele Zelli terrà una conferenza dal titolo “San Lorenzo in Noceto nel corso della storia“. L’appuntamento è inserito nell’ambito del programma della festa parrocchiale che si svolgerà fino a domenica 15 settembre. Ingresso libero.

Secondo il censimento del 1371, voluto dal cardinale Anglico de Grimoard (Grizac, 1315/1320 – Avignone, 1388), allora delegato papale con sede a Bologna, Villa Sancti Laurentii (l’attuale San Lorenzo in Noceto) contava 20 focolari, ovvero 20 famiglie “contribuenti”. La località aveva assunto tale denominazione molto prima prendendo il nome dalla chiesa, la più antica fra quelle circostanti, dedicata al Santo martirizzato il 10 agosto 258. Le memorie storiche ci portano ai tempi del Vescovo Teodorico, in carica all’incirca dal 1090 al 1100, che fece dono della Pieve di San Lorenzo con le sue dipendenze, il tutto già esistente all’epoca, al convento dei Benedettini allora presente a Fiumana.

Va ricordato che successivamente l’imperatore Federico I (1122-1190) assegnò al Vescovo di Forlì la signoria di Colmano, Castiglione, Sadurano, San Lorenzo, Averno, privilegio confermato da Enrico VI (1165-1197) con diplomi autentici dei quali si conserva copia nell’archivio capitolare di Forlì. Ma la presenza di attività umane a San Lorenzo in Noceto è datata a molti secoli prima, come attesta il rinvenimento di insediamenti e di reperti nel territorio della frazione. Risale al 1678 l’eccezionale scoperta, che va annoverata fra le più importanti del territorio forlivese e di tutta la Romagna, di un ripostiglio di armi. Il rinvenimento era costituito da 41 asce in bronzo, 5 pugnali, un’armilla (bracciale usato come ornamento nella Roma antica) e numerosi altri oggetti. Di tutti questi reperti, risalenti addirittura all’età del bronzo, rimangono oggi solo 2 asce e l’armilla, il tutto conservato nel Museo Archeologico “Antonio Santarelli”, purtroppo da diversi decenni chiuso, mentre il rimanente corredo andò perduto. Questi ritrovamenti certificano come la presenza umana in zona fosse legata ad itinerari commerciali legati all’attività metallurgica lungo la direttiva che congiungeva le aree tirrenica a quella adriatica. Ciò ha fatto in modo che nell’area sorgessero, già in epoca romana, piccole abitazioni di contadini, insediamenti a carattere rustico che vanno dal I al III secolo d.C. attestate da frammenti di tabelle e sepolture.

La presenza romana è inoltre certificata dall’importante villa di Fiumana e, secondo i recenti scavi, da un complesso termale; un unicum in quanto in tutta l’Italia del Nord non ci sono altre testimonianze di strutture di tale grandezza e di questa importanza costruiti ex novo nella metà del V secolo. A partire da questi importanti elementi di carattere storico si dipanerà la narrazione di Gabriele Zelli per raccontare i principali frammenti della storia locale con particolare riferimento: al culto di San Lorenzo e alle tradizioni e credenze popolari del 10 agosto, all’importanza del Fiume Rabbi, alla secolare coltivazione della vite, alla presenza della Chiusa di Calanco e del Canale di Ravaldino, alla costruzione della Villa Albicini e alle figure di Cesare (1825-1891) e Alessandro Albicini (1862-1941), alla morte nel 1926 per incidente stradale del bersagliere Luigi Mosca di Lesmo, alla realizzazione del Monumento ai Caduti; fino ad arrivare ai nostri tempi con la presenza della Scuola materna, dell’Asilo nido Il Pulcino di Alice, del Polisportivo comunale, dei luoghi di ritrovo.