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Per il mese di settembre previste più di 4.100 assunzioni in provincia
La Camera di commercio della Romagna diffonde le previsioni occupazionali per il trimestre settembre-novembre 2024: le imprese hanno programmato complessivamente 19.880 nuovi ingressi nelle province di Forlì-Cesena e Rimini. Fra le professioni emergenti i white jobs che comprendono lavori nei servizi sanitari e sociali, in favore di persone e famiglie. Fra i giovani, inoltre, è sempre più diffusa l’autoimprenditorialità, il tentativo di formare una nuova impresa, da soli o con un ridotto numero di addetti.
Dalle analisi occupazionali diffuse dalla Camera di commercio della Romagna, gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, per il trimestre settembre-novembre 2024 sono 19.880. Gli ingressi previsti nel mese di settembre sono 7.670, 4.130 a Forlì-Cesena e 3.540 a Rimini, e rappresentano il 15,7% del dato regionale (-2,1% rispetto al mese scorso) pari a n. 48.800 il 9,1% (+0,5%) degli ingressi previsti in Italia, pari a 538.000 (+223.000 rispetto ad agosto). Le incidenze sui movimenti regionali da parte del territorio romagnolo rallentano dopo l’estate pur rimanendo elevate rispetto alle medie annue.
In provincia di Forlì-Cesena, gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) per il trimestre settembre-novembre 2024, sono 10.560. Per il mese di settembre le entrate previste sono 4.130. Ancora preponderante l’impiego dei contratti a tempo determinato, pari al 79%, costanti. Per quanto riguarda le entrate nel trimestre, i 5 principali settori di attività, in valore assoluto, risultano il commercio con 810, i servizi di alloggio, ristorazione, turismo con 660 ingressi previsti, i servizi alle persone con 590, i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone e le costruzioni entrambi con 300 (ciascuno). Le entrate previste si concentrano per il 69% nel settore servizi, che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone (+2% rispetto ad agosto), e nel 56% dei casi in imprese con meno di 50 dipendenti, stabile. Una quota pari al 29% delle assunzioni previste riguarderà giovani con meno di 30 anni (-7%); il 20% delle imprese prevede di assumere personale immigrato (+3%). Nel 60% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore (+2%), ma in 49 casi su 100 permane la difficoltà a trovare i profili desiderati riscontrata dalle imprese.
Focus white jobs e nuove imprese
Proseguono gli approfondimenti sulle professioni, dopo gli orange&brown jobs del mese scorso. I white jobs comprendono lavori nei servizi sanitari e sociali, in favore di persone e famiglie, ambiti fortemente influenzati da fenomeni come l’andamento demografico. Si stima che 38,1 milioni di persone nell’Unione Europea avranno bisogno di assistenza a lungo termine nel 2050, il 23,5% in più del 2019. Il Pnrr potrebbe rappresentare un’opportunità di crescita per la filiera salute: la “missione 6 Salute”, se realizzata completamente, genererebbe una crescita occupazionale fino a 125.000 unità, dell’1,1% annuo, rispetto alla media precedente dello 0,6%.
Per il 2023 nell’ambito dei servizi alle persone in Italia erano previste 690.110 entrate (10.000 in più rispetto al 2022). Il 73% delle imprese con dipendenti in ambito sanitario e il 69% in ambito chimico-farmaceutico desidera assumere personale (media imprese 62%). Le difficoltà di reperimento raggiungono un picco dell’80% per personale infermieristico e ostetrico (nel 71% dei casi per mancanza di candidati). In Emilia-Romagna, nella sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati la difficoltà di reperimento si attesta al 61%, mentre nelle province di Forlì-Cesena e Rimini al 58% e al 61%; (nella metà dei casi per mancanza di candidati).
Per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro 11 percorsi di Istruzione Tecnologica Superiore (ITS) si concentrano in Nuove Tecnologie per la Vita (1 in Emilia-Romagna), con l’obiettivo di formare figure specializzate nella produzione di apparecchi e dispositivi diagnostici, terapeutici, riabilitativi e nel controllo qualità di processi e prodotti a base biotecnologica. Per molti giovani si rileva invece la predisposizione o il tentativo di formare una nuova impresa, da soli o con un ridotto numero di addetti (1,5-2 per impresa). La caratteristica di essere iniziative imprenditoriali di recente formazione comporta anche un numero limitato di nuove assunzioni nel 2023 pari nel complesso a 17.430, in diminuzione. Si rivolgono in parte però a figure di livello alto, in settori mediamente più innovativi. Le nuove imprese sono quindi un importante sensore della direzione del sistema produttivo, della sua vitalità per l’intero tessuto socioeconomico. È stato rafforzato e rilanciato il ruolo del Servizio Nuove Imprese (SNI), piattaforma del sistema camerale italiano nata con l’obiettivo di orientare all’imprenditorialità e accompagnare – con servizi online e presenze live – aspiranti e neoimprenditori nel percorso di avvio di una nuova impresa.
Le nuove imprese registrano difficoltà di reperimento con minore frequenza rispetto all’intero universo delle imprese, in particolare quando le attività di ricerca e selezione di personale si rivolgono a figure in possesso di titoli di studio elevati. Una parte delle start-up può occupare segmenti dinamici dell’attività produttiva in grado anche di attrarre talenti.