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In bilico tra pompeiana e pompeina
Sul caso tanto pruriginoso che coinvolge Maria Rosaria Boccia e l’incorreggibile gaffeur Gennaro Sangiuliano, ministro della cultura, si cammina, ormai, davvero in equilibrio sul sottile filo del sottinteso ironico ovvero “chi ha orecchie intenda”. Il carico, direbbe un buon giocatore di briscola, ce l’ha messo il malizioso Paolo Mieli, giornalista, celebre storico e direttore editoriale di grande caratura, durante una recente puntata di In Onda, programma de la7, condotto dall’istrionico Luca Telese e dalla puntuta maestrina Marianna Aprile.
“Il loro è un amore culturale… lei è di Pompei, una pompeiana esperta”, così ha quasi sentenziato la celebre penna, riferendosi alla dottoressa Boccia: insomma, è andato palesemente giù di brutto, molto tranchant e allusivo, seppur con parole ben calcolate. Il malizioso Mieli con quel Pompei e pompeiana, così ravvicinati nella sua affermazione, ha giocato volutamente sulla ripetizione della lettera p, “consonante bilabiale sorda”, la cui pronuncia richiede, in rapida successione, la chiusura e l’apertura delle labbra, come in altre pratiche orali umane.
Mieli, vecchio arnese, maître a’ penser della sinistra, ha fatto il furbo, il suo intento allusivo è parso evidente: sospettare, insinuare una incandescente “liaison” tra i due protagonisti, quasi “esplosiva”, come pure i glottologi definiscono sempre la lettera p, quindi, ricapitolando, “consonante esplosiva bilabiale sorda”. Se, poi, consideriamo le ben quattro p di Pompei e pompeiana della dichiarazione di Mieli, è chiaro che l’effetto comunicativo è grave e greve, ancora di più con l’ambigua sottolineatura di “pompeiana esperta”. Però, che strano, nessuna donna di sinistra, nessuna femminista che abbia stigmatizzato, deplorato le infelici parole del fazioso Mieli!
Davvero abile e calcolato giocoliere di parole il sottile e salottiero gran giornalista, quasi al punto di indurci a pensare che poteva calcare la mano e, invece, è stato generoso: gli abitanti di Pompei si chiamano perlopiù pompeiani, ma risulta attestato anche il meno diffuso pompeini, dunque immaginatevi come sarebbe risultato peggiormente evocativo dire “pompeina esperta“. Che debba chiarirsi, presto e a fondo, questa vicenda Boccia-Sangiuliano è cosa giusta, urgente e rispettosa verso i cittadini, però non facciamolo con la peggiore volgarità e offesa verso le donne, quella malevolmente insinuante.
Franco D’Emilio